2014
50 anni fa la prima volta del Cagliari in Serie A
Il Cagliari si appresta ad iniziare il suo undicesimo campionato consecutivo in Serie A, nonché il suo trentaseiesimo totale. La prima volta fu esattamente cinquant’anni fa. Dopo aver sfiorato la promozione già nel 1953/54, con lo spareggio perso a Roma contro la Pro Patria, la squadra fondata da Gaetano Fichera dovette aspettare altri dieci anni per arrivare finalmente nella massima serie italiana. Nel 1963/64 i rossoblù sotto la guida di Arturo “Sandokan” Silvestri arrivarono secondi in Serie B alle spalle del Varese, centrando così la promozione. Era una squadra che ancor oggi farebbe invidia ad alcune formazioni di A. C’erano Martiradonna e Greatti, futuri campioni d’Italia, Longo, Tiddia, Rizzo, Cappellaro e un ragazzino di diciannove anni, destinato a diventare il più forte di tutti. Magari l’avete già sentito nominare, un certo Gigi Riva.
Per la Serie A Arrica rinforzò la squadra con due giocatori destinati a fare la storia della squadra sarda: Pierluigi Cera, futuro capitano dello scudetto arrivato dall’Hellas Verona, e Claudio Olinto de Carvalho, meglio noto come Nené, in prestito dalla Juventus. C’è spazio anche per l’ala destra Bruno Visentin dal Bari, che resterà in Sardegna fino al 1967. Poco fortunata invece l’avventura rossoblù del peruviano Gallardo: arrivato dal Milan, l’attaccante mise a segno appena 6 gol in due stagioni ed è tutt’oggi ricordato più per i suoi tiri finiti fuori dall’Amsicora che per le sue prodezze.
La prima stagione in A del Cagliari fu tutt’altro che semplice. La formazione titolare prevedeva Colombo in porta, Martiradonna terzino destro, Tiddia terzino sinistro, Cera mediano destro, Spinosi centromediano, Longo mediano sinistro, Nenè mezzala destra, Greatti mezzala sinistra, Visentin ala destra, Gallardo centravanti e ovviamente Gigi Riva ala sinistra. In panchina Bertola, Vescovi, Congiu, Mazzucchi e Cappellaro.
La prima gara rossoblù in A coincide anche con la prima sconfitta, a Roma contro i giallorossi per 2-1, poi lo 0-0 strappato sul campo della Juventus fino ad arrivare alla terza giornata in casa con la Sampdoria. Finalmente l’Amsicora vede il Cagliari giocare in Serie A. Il gol d’apertura poteva essere solo di Gigi Riva. La gara finì però 1-1 perché dopo il vantaggio, commentò successivamente Rombo di Tuono, “festeggiammo talmente tanto che dopo 30 secondi pigliammo gol”. Alla quarta giornata la squadra guidata da Silvestri centra la prima vittoria in A della squadra sarda: 2-1 sul Vicenza, sempre all’Amsicora. Con il pareggio a Mantova per 2-2 sono 5 punti su 5 gare che fanno presagire un campionato da favola. Invece a fine girone d’andata il Cagliari è ultimo, con appena nove punti, l’inesperienza di chi non ha mai giocato a questi livelli e la paura di tornare in B.
Il campionato però non aveva fatto i conti con il miglior attaccante che la Nazionale italiana abbia mai visto. Gigi Riva trascinò la squadra non solo alla salvezza, ma addirittura al settimo posto, a pari punti con il Bologna che contava una miglior differenza reti. Sono 9 i gol per Rombo di Tuono alla prima stagione di A, trasformato da Silvestri da semplice ala sinistra ad attaccante vero senza mansioni difensive. Un cambio tattico che si rivelò fondamentale anche per il leggendario scudetto. Nel girone di ritorno, grazie a dodici vittorie su diciassette partite, i rossoblù risalirono la classifica, togliendosi anche qualche soddisfazione. Su tutte la vittoria sulla Juventus all’Amsicora, firmata ovviamente da Riva.
Era un Cagliari giovane, che inconsapevolmente si preparava a vincere lo scudetto, guidato da un inarrestabile macchina da gol. Cinquant’anni dopo il Cagliari, tra alti e bassi, è ancora in Serie A. Difficile dire e pensare dove saremo tra cinque anni, per il cinquantesimo anniversario dello scudetto. Il sogno c’è, la squadra non ancora. L’obiettivo oggi è l’undicesima salvezza consecutiva. Undici, come il numero sulla maglia del ragazzino destinato a cambiare la storia del calcio italiano, Rombo di Tuono.