2014

70 anni di gol: le 11 partite che hanno reso Gigi Riva leggenda

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70 anni di gol. Tra Legnano, Cagliari e Nazionale, Gigi Riva ha messo dentro 248 reti. Se poi consideriamo che all’epoca bastava la minima deviazione per assegnare l’autogol al difensore e che si giocavano la metà delle partite di oggi, possiamo solo dire che è stato uno dei più grandi di sempre. Per i tifosi del Cagliari sicuramente il più grande, uno scudetto vinto da protagonista e un altro sfumato per l’infortunio in Nazionale. In azzurro Rombo di Tuono ci ha rimesso due gambe, ma è ancora oggi il recordman imbattuto per gol segnati. E a giudicare dalle prestazioni degli attaccanti azzurri in questo periodo, difficilmente qualcuno riuscirà ad avvicinarsi.

 

In occasione dei suoi 70 anni, numero magico per i tifosi cagliaritani, abbiamo deciso di scegliere le undici partite più rappresentative della carriera di Riva, in cui ovviamente ha lasciato il segno. Selezionarne solo undici è stato complicato, considerando quante volte è andato a segno l’hombre vertical, ma è stato d’obbligo sceglierne una in più rispetto al canone della così detta “top 10”. Perché quando si parla di Riva il numero undici è un dovere.

 

11) Cagliari-Massese 4-1, 12 settembre 1970

Dopo aver regalato tante gioie ai tifosi cagliaritani, l’Amsicora va in pensione. La prima gara ufficiale del Cagliari al Sant’Elia è valida per il primo turno di Coppa Italia. Avversaria dei rossoblù la Massese che all’epoca militava in B. La prima rete ufficiale in assoluto segnata nell’impianto, che purtroppo oggi cade a pezzi, è ovviamente di Gigi Riva. Bolide di sinistro direttamente da calcio di punizione che si insacca all’incrocio dei pali. Poco dopo Rombo di Tuono si guadagna anche un calcio di rigore che lascia battere al compagno di reparto Bobo Gori. Dopo lo sfortunato autogol di Zana e il gol della bandiera di Albanese, Gigi chiude il match con un altro gol dei suoi. Da solo, palla al piede, resiste ad un contrasto, salta in dribbling due difensori e secca il portiere con il suo proverbiale mancino. Un inizio non degno della fine che sta facendo il Sant’Elia.

 

10) Italia-Messico 4-1, 14 giugno 1970

Dal primo gol al Sant’Elia passiamo ai primi gol mondiali di Rombo di Tuono. Finora il bomber azzurro era stato protagonista di un campionato del mondo sfortunato, stabilendo addirittura il record di tiri di un singolo giocatore in una singola partita contro Israele, finita però 0-0. Nei quarti di finale contro i padroni di casa del Messico, Gigi torna quello che conoscono tutti grazie all’ingresso di Gianni Rivera nel secondo tempo. Il milanista pesca con un lancio perfetto Riva che tra tre difensori messicani riesce a trovare lo spazio per calciare in porta con il suo solito sinistro, ribaltando la situazione in favore dell’Italia. Dopo il 3-1 firmato da Rivera, sarà Gigi a chiudere i conti in contropiede. Come scrisse Gianni Brera a fine partita: “Laudato si’ mi Signore per frate Luigi Riva”.

 

9) Italia-Cipro 5-0, 1 novembre 1967

Poteva essere normale il primo gol in nazionale di uno come Gigi Riva? Assolutamente no. Gigi non si accontenta di uno e ne mette dentro tre. Dopo tre amichevoli non molto fortunate, come quella contro il Portogallo dove si ruppe il Perone, Rombo di Tuono approfitta della prima gara ufficiale per realizzare le prime reti in azzurro. A Cosenza si gioca la prima gara di qualificazione per gli Europei del 1968 contro Cipro: dopo la doppietta di Mazzola, Riva nel secondo tempo affonda gli ospiti prima con un magnifico colpo di testa, poi sfrutta l’errore del portiere per il 4-0 ed infine realizza la tripletta personale con il suo solito sinistro imparabile.

 

8) Italia-Svizzera 2-0, 20 ottobre 1973

Dalle prime gioie in azzurro ci spostiamo all’ultima. Il 20 ottobre 1973 lo stadio Olimpico di Roma vede il trentacinquesimo e ultimo gol di Gigi Riva in Nazionale. Dopo essersi guadagnato un rigore, trasformato da Rivera, il Mito cerca più volte la marcatura personale fino al colpo di testa del 79° minuto. È la rete che qualifica l’Italia agli sfortunati mondiali tedeschi del 1974. Da questa gara contro la Svizzera in poi, Riva giocherà solo tre partite in azzurro, guardando dalla panchina la clamorosa eliminazione della nazionale di Valcareggi per mano della Polonia in Germania Ovest. 

 

7) Italia-Lussemburgo 5-0, 31 marzo 1973

Quattro gol in una singola partita. Gigi Riva può questo ed altro. Ne sa qualcosa il Lussemburgo che ha subito un poker dell’ala sinistra in una gara valida per le qualificazioni ai mondiali tedeschi del 1974. Una quaterna che lo avvicinano al record di Meazza, raggiunto a quota 33 nella gara dopo contro il Brasile e poi superato nei match successivi.  Il portiere lussemburghese si deve arrendere prima al suo sinistro su punizione, poi ad un altro mancino da posizione defilata nell’area piccola. Dopo il 3-0 di Rivera, Gigi stende gli ospiti con altri due gol che lo fanno entrare ulteriormente nella leggenda.

 

6) Juventus-Cagliari 2-2, 15 marzo 1970

Al comunale di Torino è vera sfida scudetto. Il Cagliari capolista non deve perdere punti importanti contro la Juventus inseguitrice, ma le cose si mettono subito male. Niccolai, la bestia nera di Albertosi, devia in rete un cross di Anastasi per il più classico degli autogol dello stopper rossoblù. Chi rimedia? Ovviamente Gigi Riva. A fine primo tempo il numero undici la mette dentro dopo una mischia su azione di calcio d’angolo. Nel secondo tempo, invece, è Lo Bello Show. L’arbitro dà un rigore dubbio ai bianconeri, Albertosi para il penalty ad Haller, ma per il fischietto di Siracusa è da ripetere. Questa volta dagli undici metri si presenta Anastasi che non fallisce. 2-1 e Juventus che aggancia virtualmente i rossoblù al primo posto. Il Cagliari e Riva sono tutte le furie, gli insulti rivolti dal Mito nei confronti di Lo Bello sono molteplici. Alla fine, però, su una palla lunga per Cera Salvadore cintura Riva in area e ad otto dalla fine è calcio di rigore anche per i rossoblù. Probabilmente una delle peggiori realizzazioni di Rombo di Tuono dagli undici metri, ma è gol: 2-2. A Torino finisce così, con il Cagliari che a sei giornate dalla fine vola verso lo storico scudetto.

 

5) Italia-Jugoslavia 2-0, 10 giugno 1968

Se l’unico Europeo azzurro è stato vinto grazie ad un gol di Riva, un motivo ci sarà. Rombo di Tuono è costretto a saltare le semifinali di Euro ’68 e la prima finale. Allora non esistevano i calci di rigore e dopo il pareggio con l’URSS, gli azzurri volano in finale grazie al lancio della monetina. Anche la prima finale finisce in pareggio, grazie alla rete su punizione di Domenghini che rimedia alla rete della Jugoslavia di Dzajic. Nella ripetizione, per fortuna, rientra Gigi Riva che, pur non essendo al meglio, ci mette 11 minuti per sbloccare il match. Il 2-0 è firmato Anastasi e così l’Italia diventa per la prima e finora unica volta campione d’Europa.

 

4) Italia-Germania 4-3, 1970

È stata definita da tutti la partita del secolo e se alla festa del gol ha partecipato anche Riva un motivo ci sarà. Dopo i 90 minuti agonici della semifinale dei mondiali di Mexico ‘70, aperti dalla rete di Bonisegna e chiusi dal pareggio di Schnellinger a tempo scaduto. Nei supplementari succede di tutto, Muller porta in vantaggio i tedeschi, poi Burgnich pareggia nuovamente i conti. A quel punto sale in cattedra Gigi Riva: palla di Domenghini, controllo di coscia, Rombo di Tuono si allarga la palla sul sinistro e batte con uno dei suoi gol Maier: 3-2 e tutti pensano sia finita lì. Ancora nel segno di Gigi Riva. Ma il solito Muller punisce ancora gli azzurri, su un errore di piazzamento di Rivera. Ci penserà lo stesso Abatino a rimediare con il gol vittoria un minuto dopo. Senza dubbio la partita più bella di sempre, con quattro giocatori del Cagliari in campo e con il più grande che, ovviamente, ci ha messo lo zampino. Il giocatore del secolo.

 

3) Vicenza-Cagliari 1-2, 18 gennaio 1970

Pensi a Riva, ti viene in mente subito questo gol. Una rovesciata contro le leggi della fisica, con la palla presa in controtempo ad altezza impossibile. Nulla può il povero Pianta, che sapeva sì cosa fosse in grado di fare Gigi Riva, essendosi allenato con lui dal ‘65 al ‘68, ma non fino a questo punto. È il gol più bello della carriera di Riva e della storia del club rossoblù. Una magia nella stagione più magica del Cagliari. Una rovesciata da leggenda. Altro che figurine Panini. Dal fermo immagine sembra che Riva raccolga un cross proveniente da sinistra e già così sarebbe un gol magnifico. In realtà l’acrobazia è realizzata su una sponda di Domenghini dalla destra. Il resto è storia.

 

2) Inter-Cagliari 1-3, 29 ottobre 1970

“Il Cagliari ha subito infilato e umiliato l’Inter a San Siro. Oltre 70.000 spettatori: se li è meritati Riva, che qui soprannomino Rombo di Tuono” firmato Gianni Brera. Ecco come nasce il soprannome della Leggenda. Un soprannome in realtà pensato già da un po’ di tempo quando il più grande giornalista sportivo italiano scambiò il rumore provocato da un tiro di Riva per un tuono. Ha aspettato la partita meglio giocata dal Cagliari in tutta la sua storia per tirarlo fuori. Tre reti alla grande Inter, nel loro stadio. Doppietta di Riva, che poteva realizzarne anche tre, ma ha preferito lasciare la rete al compagno di squadra Domenghini. Potevano essere di più anche i gol del Cagliari, ma Mazzola ha supplicato Gigi di fermarsi altrimenti i tifosi non li avrebbero fatti uscire vivi da San Siro. Con il primo scudetto già cucito nel petto, quel Cagliari era davvero troppo forte per non vincere anche il secondo. Peccato che qualche giorno dopo Hof decise di rompere la gamba di Gigi e i sogni di scudetto e Coppa Campioni del Cagliari nella gara del Prater di Vienna. Indovinate chi ha poi vinto quello scudetto? Sì, proprio quell’Inter, infilata e umiliata dal Cagliari e da Gigi Riva.

 

1) Cagliari-Bari 2-0, 12 aprile 1970

Non il gol più bello, ma sicuramente quello più importante. Un colpo di testa in tuffo che vale il primo scudetto del Cagliari. Una vittoria storica, sportiva e sociale, targata ovviamente dal giocatore più rappresentativo di quella squadra. Poteva solo sbloccarla lui che raccoglie un magnifico cross su punizione di Brugnera. Poi Gori e la Lazio che batte la Juventus all’Olimpico fanno esplodere definitivamente di gioia l’Amsicora stracolmo.  Il Cagliari è Campione d’Italia. E lo deve soprattutto a quel signore con la maglia numero undici sulle spalle. 70 volte grazie.

 

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