Abeijon: «Contento per Lopez, Barella è fortissimo» - Cagliari News 24
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Abeijon: «Contento per Lopez, Barella è fortissimo»

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Nelson Abeijon si racconta a CagliariNews24: «Seguo sempre il Cagliari, è la mia squadra del cuore. In chi mi rivedo? Barella, anche se è molto più forte di me: in campo dà tutto»

Da sconosciuto a idolo della tifoseria. Poche giocate di fino, nel suo DNA c’erano tanta corsa e grinta. Fece anche qualche gol, mai banale. Ma la prima immagine che salta alla mente è l’esultanza rabbiosa e dalla foga contagiante. Nelson Abeijon, per i più Abe, ha lasciato un forte ricordo di sè a Cagliari. Arrivato nell’estate 1998 in Sardegna, il centrocampista faticò a trovare spazio. Di fronte aveva De Patre e Berretta, nei primi due anni di Serie A raccolse appena 13 presenze. Ma per saltare più in alto serve prendere la rincorsa. E’ quello che è successo anche al centrocampista tutto garra arrivato dal Racing Santander nel ’98 insieme a Diego Lopez, altro uruguaiano che soffrì l’ambientamento nel calcio italiano. Dopo la retrocessione all’alba del nuovo millennio, Abeijon trovò sempre più spazio in Serie B con Bellotto prima e Materazzi poi. Con il passare del tempo Diego ed Abe trovarono sempre più spazio in un Cagliari che tentò invano, per tre stagioni, di ritrovare la Serie A. Alla quarta ci riuscì, con Abeijon protagonista nella seconda parte di torneo. Un legame, quello con Cagliari e la Sardegna, che è ancora vivo.

Intanto quella garra aveva fatto innamorare i tifosi rossoblù, che lo ricordano ancora oggi come “il guerriero”. In mezzo a tanta quantità anche sprazzi di tecnica. Gol mai banali: di piede, di testa, in acrobazia… accomunati tutti da quell’esultanza rabbiosa: via la maglia e corsa liberatoria verso la curva. I suoi modi di fare sono difficili da dimenticare, l’umiltà e quella voglia di lottare sempre lo hanno posto in cima alle preferenze dei tifosi rossoblù, che a distanza di tanti anni lo ricordano con particolare affetto. Ma la cosa è reciproca, come ha spiegato ai nostri microfoni il diretto interessato: «Le partite del Cagliari le guardo sempre, ogni volta che le fanno vedere qua in Uruguay. E’ la mia squadra del cuore»Con l’attuale allenatore del Cagliari Abeijon ha diviso metà carriera. Le stesse origini aiutarono la nascita di quella che nel tempo, in campo e nello spogliatoio, è diventata una grande amicizia: «Con Diego ho giocato nove anni, otto a Cagliari e uno in Spagna. Sono contento che sia diventato allenatore, si vedeva quando giocavamo insieme che entrambi eravamo allenatori in campo, sono davvero contento per lui. Diego è arrivato da poco, si è visto un cambio ma non sarà facile. Nel girone di ritorno la squadra dovrà fare bene per salvarsi. E’ un campionato difficile, la squadra sta facendo tutto quel che può».

Nella carriera di Abeijon non c’è stato soltanto il Cagliari, anche se quella è senza dubbio la (lunga) tappa preferita della sua carriera. Dopo aver salutato il rossoblù, Nelson si accasò all’Atalanta senza lasciare impronte rilevanti. Il tanto che basta per una battuta sulla prossima gara: «Ho giocato un anno a Bergamo, l’Atalanta è una squadra forte con grandi giocatori. Sarà una gara dura». E non c’è neanche bisogno di chiedere per chi tiferà. Da quando le strade del Cagliari e di Abeijon si sono separate in casa rossoblù sono cambiate tante cose. Dallo storico cambio alla presidenza dopo oltre vent’anni di Cellino al congedo del Sant’Elia, passando per la fine della carriera in campo di tutti i protagonisti di quel Cagliari di cui Abe era leader indiscusso: «Giulini sta facendo le cose per bene ed i risultati si vedono. Sono contento per il Cagliari, speriamo che le cose vadano sempre meglio: sarebbe bello per tutti noi sardi. Mi sento ancora con Langella, Esposito e Conti: con loro ho mantenuto un legame particolare». Proprio per il Conti Day Abeijon è tornato a Cagliari dopo dieci anni, un’occasione per respirare di nuovo l’aria del Sant’Elia e ritrovare tanti vecchi compagni

Anche nel Cagliari di oggi, però, ci sono due elementi che gli piacciono in particolare. Il primo l’ha conosciuto quando era ancora giovanissimo e si affacciava sulla soglia che divideva calcio giovanile e prima squadra, il secondo è quasi scontato: «Sau e Barella: Marco è arrivato in prima squadra da tempo ma mi piace molto; Barella ha una qualità incredibile. In chi mi rivedo? Mi viene da dire Barella, anche se è molto più forte di me. Ma mi piace soprattutto perchè in campo dà tutto, corre, non si tira mai indietro. E poi gioca con il numero 18…».

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