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Anniversario scudetto, i Campioni d’Italia: «Un miracolo da ricordare. Il Cagliari si salverà» – VIDEO
Reginato, Poli, Greatti e Tomasini hanno parlato a margine dell’evento organizzato al Liceo Siotto per celebrare l’anniversario dello scudetto del Cagliari nel 1970
Dal 12 aprile 1970 al 12 aprile 2018. Sono passati 48 anni, ma per il Cagliari e Cagliari la data resta e diventa sempre più importante. Il club rossoblù – in occasione dell’anniversario di quello storico scudetto – ha organizzato un incontro nell’Aula Magna del Liceo “Siotto Pintor” di Cagliari per parlare con gli studenti del significato e dei risvolti sociali che la conquista del titolo ebbe per la città e l’intera Isola. Sono intervenuti i giornalisti Mario Guerrini e Dionisio Mascia. Presenti anche Giuseppe Tomasini, Cesare Poli, Ricciotti Greatti e Adriano Reginato a rappresentare i giocatori dello scudetto del Cagliari del 1969/70.
Parola ai Campioni d’Italia del ’70
A margine dell’evento i quattro Campioni d’Italia hanno parlato dell’importanza che ancora oggi ha lo scudetto del 1970 e della situazione del Cagliari attuale.
TOMASINI – Libero dell’impenetrabile difesa dello scudetto, Giuseppe Tomasini è il primo a prendere parola tra i Campioni: «Per noi è un grande evento, ma lo è anche per i giovani. Non c’è futuro senza storia dietro. Lo scudetto ha rappresentato per noi un obiettivo grandioso, che abbiamo capito di aver vinto solo dopo 5-6 anni. Per la Sardegna è stata un’entrata in Italia, perché l’isola fino ad allora era considerata una colonia. Invece è una regione di persone intelligente, fiere e orgogliose del proprio passato. Il Cagliari di oggi zoppica, ma è una squadra, una città, una regione che troverà le forze per uscirne e salvarsi tranquillamente. Tra di loro c’è amicizia. Penso che ci riusciranno anche se sarà difficile».
POLI – «Sono ricordi piacevoli. Il 12 aprile è una bella data – dice Cesare Poli – È stata una consacrazione per noi che siamo venuti in Sardegna. La maggior parte non è venuta qui tranquilla, perché sembrava quasi ci mandassero in castigo. Invece poi è stata una bella sorpresa. In quel momento c’era un boom dietro la squadra di calcio, che ha rappresentato un momento di crescita, agevolato anche dallo scudetto. La Sardegna ha iniziato ad essere vista da tutta Italia. Quell’anno lì è stato importante per noi, ma anche per tutta la Sardegna, perché se lo meritava. Speriamo in una vittoria sabato per uscire dall’incubo in cui si sono buttati dentro. Hanno in requisiti per uscirne fuori. Forse è l’ambiente che si è inclinato. Sono convinto che la squadra c’è e ce ne sono altre inferiori. Devono incominciare a vincere anche per affrontare le altre partite con più tranquillità. Quando vai in campo costretto a vincere non vinci, c’è poco da fare».
GREATTI – Ricotti Greatti era il numero 10 di quella leggendaria formazione: «Non so se i ragazzi di oggi capiscono. Dovevano venire i papà e le mamma a spiegare determinate cose. Il calcio è sacrificio, passione e determinazione. Noi non abbiamo giocato per i soldi come oggi giorno è la mira di tutti i ragazzi. Abbiamo giocato con passione. Quella squadra lì è stata costruita non si sa come e ha dato i suoi frutti. Io sono arrivato in B e da lì siamo arrivati in Serie A e anche quella fu una grande manifestazione. Abbiamo conquistato altri titoli: Reginato ha il record di imbattibilità, come squadra abbiamo il record di gol subiti, con una difesa superlativa. Questo si tramanda ai ragazzi, augurandomi che prendano esempio da noi. Dopo 48 anni è bello vedere questi ragazzi che non sanno chi siamo se non tramite i giornali e i racconti dei papà. Sabato contro l’Udinese – essendo friulano di Udine – non so per chi fare il tifo (ride, ndr). Comunque noi ci salviamo, sarà importante vincere per venire fuori da un incubo. Ce la faremo».
REGINATO – L’anno dello scudetto ha fatto da secondo al portiere titolare Albertosi, ma Adriano Reginato è stato una colonna portante del Cagliari di quegli anni: «I record sono miei e di Ricky (Albertosi, ndr). E sono un bellissimo ricordo. Lo scudetto è un altro bellissimo ricordo. Ogni anno che passa sembra che diventi sempre più importante. Speriamo succeda ancora, anche se sarà molto difficile. Noi siamo stati privilegiati di trovarci lì in quel momento, con una squadra amalgamata e forte. Bisogna vedere se riusciamo a far capire ai ragazzi le nostre emozioni e che oltre allo sport c’è anche da studiare».
Immagini video di Sergio Cadeddu