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Pavoletti e Cerri possono giocare insieme?
Con l’acquisto di Alberto Cerri, Rolando Maran si ritrova un giocatore con caratteristiche molto simili a quelle di Leonardo Pavoletti. I due possono giocare insieme?
La loro convivenza in campo sarà il rebus dell’estate. Con ogni probabilità sarà un dubbio che Rolando Maran si porterà avanti anche durante la stagione: Alberto Cerri e Leonardo Pavoletti possono giocare insieme? Il Cagliari ha finalmente definito l’arrivo dell’attaccante emiliano dalla Juventus, che andrà a rinforzare il reparto offensivo rossoblù. Cerri, che torna in rossoblù dopo la promozione del 2016, troverà in Sardegna Leonardo Pavoletti. Un panzer d’area di rigore, forte fisicamente, in grado di lavorare spalle alla porta e far male soprattutto con i colpi di testa. Caratteristiche simili all’ex Parma, reduce da una stagione da 15 gol in B con il Perugia e che verrà pagato pagato 10 milioni di euro. Ci sarà posto per entrambi nel 4-3-1-2 cagliaritano? «Molti attaccanti li conosco già – ha detto Cerri nella conferenza odierna – con Pavoletti non ho avuto l’occasione di giocarci, spero di farlo presto. Sono cose che deciderà il mister»
PAROLA A MARAN – Numericamente nel modulo scelto da Rolando Maran per il Cagliari 2018/19 c’è posto per due attaccanti. Il problema nasce dalle caratteristiche simili dei due. Il tecnico, interrogato ad Aritzo sulla questione, ha aperto le porte ad una possibile coppia Cerri-Pavoletti: «Due centravanti in campo contemporaneamente? Può essere una soluzione, sta a me far funzionare le cose a prescindere dai giocatori».
MOVIMENTI – La coppia di centravanti avrebbe, come tutte le cose, dei lati negativi e positivi. Con due giocatori così in campo il gioco offensivo della squadra rischia di diventare prevedibile. Si perderebbe velocità in transizione. Nessuno dei due è in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Faticherebbero a giocare palla a terra. È anche vero però che per la difesa avversaria contrastare sui palloni alti e sui cross due giocatori del genere non sarebbe semplice. Inoltre la loro presenza aiuta a liberare spazi per gli inserimenti dei centrocampisti (vedi Castro) o del trequartista. In fase di costruzione uno può tranquillamente venire incontro al portatore di palla per abbassarsi a ricevere, mentre l’altro può occupare spazio in area di rigore, pronto a colpire sui cross in seconda battuta.
FASE DI NON POSSESSO – Il problema principale di giocare con due attaccanti così simili e statici è senza dubbio la fase di non possesso. Per poter schierare due prime punte in campo entrambe devono essere disposte al sacrificio, altrimenti la convivenza tra qualsiasi coppia di attaccanti rischia di risultare impossibile. La chiave del gioco di Maran sarà proprio questa: sacrificio e intensità, a partire dagli attaccanti e a prescindere dalle loro caratteristiche.
PARAGONI E PRECEDENTI – Quando Maran allenava il Chievo faceva giocare tutti gli attaccanti in coppia con tutti: Inglese, Paloschi, Pellisier e Meggiorini. Nessuno di questi ha caratteristiche simili a quelle di Pavoletti e Cerri, ma non ci sono mai stati problemi di convivenza. Il problema principale nel calcio degli ultimi anni è che la prima punta, il 9, ha rischiato l’estinzione. Ora si sta riprendendo, ma i moduli che vanno principalmente di moda prevedono l’utilizzo di una sola prima punta. Nell’ultima Serie A, le uniche squadre a giocare regolarmente con due punte (insieme al Cagliari che schierava Pavoletti-Sau o Pavoletti-Farias) sono state la Sampdoria, con la coppia Quagliarella-Zapata, e il Chievo dello stesso Maran, che alternava i vari Inglese, Stepinski, Meggiorini e Pucciarelli. Starà all’attuale tecnico rossoblù rispondere sul campo al quesito sulla possibile convivenza tra Pavoletti e Cerri, giustificando anche la spesa fatta dalla società per riportare l’emiliano in Sardegna.