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Pisacane: «Cagliari, il segreto è l’entusiasmo». E sulla Nazionale…
Dal momento magico del Cagliari alla passione per il Boca Juniors, passando per le ambizioni azzurre ed il gruppo sudamericano rossoblu: Pisacane si racconta
Ogni estate parte indietro nelle gerarchie, salvo scalare i gradini e ritrovarsi titolare. La storia di Fabio Pisacane è anche un po’ questa: partito dal basso, è arrivato con tenacia – tanta – a coronare il sogno di giocare in Serie A. Giunto alla quinta stagione al Cagliari, il difensore dei quartieri spagnoli di Napoli sta dimostrando che in Serie A ci può stare eccome. Intervistato da Sky Sport, il centrale difensivo di Maran ha parlato del Cagliari e della sua passione per il Boca: «Il segreto di questo Cagliari è anzitutto l’entusiasmo. Mi aspettavo che potessimo fare grandi cose, anche perchè la società ha allestito una squadra importante: ha portata qui giocatori che fino a dieci giorni prima sembrava fantacalcio. Io ero molto tifoso di Nandez, soprattutto nell’anno scorso. Tanto che insieme a Castro, Srna, Rafael e Joao Pedro andammo a vedere la finale di Libertadores a Madrid. Dopo l’arrivo di Nahitan, Lucas (Castro, ndr) mi ha fatto un po’ da sponsor, ho conosciuto lui ed anche Simeone e ci siamo trovati subito a fare qualche cena insieme. In questo momento siamo molto affiatati, loro parlano soprattutto in spagnolo nella chat ma corro sul traduttore e li spiazzo sempre».
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PASSIONE BOCA E SOGNO AZZURRO – «La passione per il Boca Juniors nasce dal fatto che da tifoso napoletano non ho vissuto un’era entusiasmante. Quando sentii parlare del Boca comprai un cd e mi avvicinai a quella realtà, con quei tifosi e quello stadio eccezionale. Andando a scavare ho letto che Batistuta e Maradona erano partiti da lì: è nata una passione tale che ho deciso di tatuarmi addosso lo stemma del Boca. Nazionale? Il fatto che tanti addetti ai lavori ci sperino mi gratifica, ma la chiamata deve arrivare per meriti sul campo e non per le mie qualità morali: quelle sono cose normali. Se dovesse arrivare una chiamata per meriti tecnici allora sarei l’uomo, ed il bambino, più felice del mondo».
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