Editoriale
Cagliari, pallone pandemico
Dubbi e incertezze a pallone fermo: l’analisi del momento vissuto dal Cagliari mentre la stagione è sospesa. Il Contropiede di Mario Frongia
Le vittime, i familiari, chi lotta in terapia intensiva e in isolamento. Chi sta male. Per aver perso affetti, lavoro, certezze. Con medici, infermieri e personale sanitario in prima fila tra le categorie senza più fiato e con la propria pelle a rischio. Senza scordare quanti affrontano criticità, rischi e angosce di vario genere. In breve, una montagna di fragilità diffuse da cui nessuno è escluso. Il mondo del pallone, ad esempio. Quasi sempre dorato ed esclusivo, ma attenzione ai dettagli. La pandemia Covid-19 non fa sconti. Generalizzare, come quasi sempre, è sciocco e non porta lontano. Business is business, si dice. Ma l’anima umana ha varie sfaccettature. Quelle dei presidenti delle società di calcio, per dire. La Serie A, a oggi, pare divisa sul riaprire il campionato o chiuderla qui. Ma, specie se si parla di soldi, non è una notizia. Intanto, sono partite le prime sforbiciate sugli ingaggi. Mica da ridere. Ma tra Cristiano Ronaldo e Giuseppino Ciocci, terzo promettente portiere del Cagliari e diciottenne da neanche un mese, le differenze non stanno solo nel ruolo.
INCERTEZZE – In casa Cagliari si scopre che Walter Zenga è stato previdente: «Il 3 marzo scorso abbiamo messo nel contratto una clausola di buon senso». Da quel che si legge, e si sente in giro, anche il rinnovo per la prossima stagione avverrà solo se l’Uomo Ragno arriverà ottavo. Ovviamente, quando e se si giocheranno le tredici partite per chiudere il campionato: i rossoblù devono recuperare con il Verona, per le altre sono dodici. Ma questa è un’altra storia che renderà purtroppo ancor più indimenticabile il malefico bisestile 2020. Di certo, ci si chiede – anche se si spera che analisti, imprenditori, uomini di Stato, enti e istituzioni locali e nazionali, associazionismo e volontariato, scuole e università, mondo laico, religioso, militare abbiano chiare le priorità di un passaggio epocale – chi verrà messo a nudo e soffrirà dalla pandemia pur avendo mostrato buon senso, umiltà, acume, professionalità e altruismo. E quanti, invece, grazie al Covid-19 potranno mitigare errori seriali, nascondere stagioni progettate con presunzione, valutazioni e scelte fallimentari.
LISTA DA INCUBO – Il centenario del club e il mezzo secolo dallo scudetto erano le feste da brindisi. La partita del 12 aprile, pare curata in autonomia dalla società da un pool di ex rossoblù con in testa Gigi Piras, Alberto Marchetti, il campione del mondo Franco Selvaggi, Oreste Lamagni, Pino Bellini e tanti altri, era prevista all’Amsicora per la domenica di Pasqua. L’evento è stato rinviato. Il Cagliari ha cancellato il match commemorativo per il secolo di vita previsto il 31 maggio. Dai festeggiamenti alla lista delle cose che contano per i tifosi, il passo è breve. Maran esonerato, dodicesimi in classifica con il Sassuolo (32 punti), a -3 dalla zona Coppe e a +7 da quella retrocessione. In panca c’è Zenga. E in tanti si interrogano sul peso avuto sul ripescaggio, e sullo stipendio, del portiere leggenda nerazzurra e gli otto anni trascorsi dal patron rossoblù nel consiglio di amministrazione dell’Inter. A seguire, un organico da rinforzare e vari punti da analizzare.
Tra prestiti in rientro e in uscita, addii, risoluzioni, mal di pancia, giovani da lanciare e altri da dirottare altrove dopo averne tessuto le lodi, big come Nainggolan, Nandez, Pavoletti, Cragno, Ceppitelli che per motivi differenti sono bilancia del proprio destino, di quello del collettivo e del bilancio societario. Progettualità e ambizioni da tarare su una realtà che, con il tempo sempre galantuomo, alla lunga smaschera anche le scarse intuizioni. Ma non solo. La situazione economico finanziaria è drammatica ovunque. Sponsor e inserzionisti mugugnano, come ovunque. Le ipotesi di ampliamento della Sardegna Arena, il nuovo stadio con mille ambasce anche senza quelle dettate della pandemia, la questione diritti tv, abbonamenti, merchandising e biglietteria, personale e collaboratori. Un mix delicato. Che porta, come in tutti i settori produttivi, al segno meno in bilancio. Scenari da mal di testa. Con la tifoseria che confida nell’acume degli esperti. In cima, un obbligato pensiero alla salute, alla ripresa, alla normalità e alla serenità del paese. Poi, chi sa e crede faccia una preghiera. Per gli altri, dita incrociate.