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Scudetto Cagliari, le parole dei protagonisti 50 anni dopo

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Le parole dei protagonisti dello scudetto del Cagliari ai nostri microfoni: gli eroi del 1970 ricordano l’impresa culminata il 12 aprile

Oggi per il Cagliari e i tifosi rossoblù non è un giorno come gli altri. L’abbiamo scritto e vi abbiamo provato a far rivivere quell’impresa di 50 anni fa, quando i rossoblù – il 12 aprile del 1970 – vinsero 2-0 all’Amsicora sul Bari grazie ai gol di Gigi Riva e Bobo Gori aggiudicandosi il titolo di Campioni d’Italia. Nell’avvicinarci a questa data, abbiamo sentito in esclusiva i protagonisti di quell’impresa. Dal portiere Albertosi al capitano Cera, passando per Reginato, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Gori e Greatti. Ecco le loro parole e i loro ricordi, a 50 anni di distanza dalla conquista dello scudetto.

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Enrico Albertosi

«In Sardegna penso che non arriverà mai più uno scudetto. È stata una cosa importantissima, soprattutto per la Sardegna. Era conosciuta solo per rapimenti e banditismo. Quando abbiamo vinto il campionato c’è stata una rivincita della Sardegna nei confronti del Continente. La Sardegna non è stata più vista in quel modo, ma era diventata una regione importante».

Adriano Reginato

«Lo scudetto resterà nella storia. Nelle condizioni in cui si trovava la Sardegna, anche se siamo stati aiutati dall’esterno, non era semplice. Io più che un protagonista sono stato uno spettatore (ride, ndr), ho giocato solo 25 minuti. I miei compagni hanno fatto un’impresa meravigliosa, che è stata costruita negli anni prima. Quando sono arrivato nel ’66 avevo una squadra davanti che, se non si fa male Riva, poteva lottare per i primi posti. Poi piano piano con le pedine giuste siamo arrivati a conquistare lo scudetto».

Pierluigi Cera

«Il Cagliari che vince lo scudetto non può essere altro che un’impresa. L’abbiamo meritato e forse lo meritavamo anche l’anno prima, quando siamo arrivati secondi. A Torino abbiamo capito che potevamo anche perderlo. Contro la Juventus era una partita decisiva e ci è stato dato un rigore contro. Dopo siamo riusciti a pareggiarla con un altro rigore altrettanto scandaloso. Non c’era né il primo né il secondo. In quel momento lì con Lo Bello c’è stato un battibecco di 5-6 minuti. Ho mandato a quel paese il guardalinee, anche se non c’entrava nulla. Presi due giornate di squalifica, c’era anche la sanzione aggravata perché ero capitano. Quella fu senz’altro la gara decisiva».

Comunardo Niccolai

«Quello Scudetto è rimasto dentro di noi e in tutti i Sardi. Avremmo potuto vincere altri campionati se non si fosse fatto male Riva. Gigi era quello che finalizzava tutto il nostro gioco, mancando lui non sono arrivati i gol necessari per dominare ancora. Quel Cagliari fu capace di crescere tanto da superare chiunque, dalla prima promozione in Serie A fino allo Scudetto ci furono innesti di giocatori sempre più forti. Gran merito va riconosciuto ad Andrea Arrica, dirigente fenomenale. Vincere un campionato in Sardegna non è cosa da poco, spero che un giorno in futuro possa ricrearsi un gruppo con quella coesione e quella forza».

Giuseppe Tomasini

«Lo Scudetto lo abbiamo vinto spezzando lo strapotere economico – e non solo – che esercitavano Milano e Torino. Era un’impresa praticamente impossibile, ci siamo riusciti grazie alla forza, al sacrificio e all’amicizia. All’epoca la Sardegna sembrava una terra di nessuno, inizialmente non ci volevamo andare neanche noi giocatori. Poi quando siamo arrivati sull’Isola siamo stati accolti da una terra fantastica e da un popolo che ci ha permesso di vivere una vita bellissima, non è un caso se in tanti ci siamo trasferiti definitivamente. Fra l’altro sento spesso anche gli ex compagni che vivono altrove, perché quell’impresa ci ha legati per la vita».

Angelo Domenghini

«Abbiamo capito subito che potevamo farcela: i risultati erano a nostro favore. Si giocava un buon calcio e la squadra era competitiva in tutti i reparti. Eravamo una squadra molto equilibrata ma anche molto tecnica: è la sintesi di un Cagliari molto forte. È tutto un bel ricordo, quasi nessuno da fuori credeva che si potesse vincere uno scudetto a Cagliari. Invece noi ci abbiamo creduto ed abbiamo meritato ampiamente il titolo. Poi è stato tutto una festa, tutta la città fu travolta da un enorme entusiasmo per settimane: la gente ci seguiva, non ci si poteva muovere…»

Sergio Gori

«È strano essere ricordati ancora dopo tanto tempo, anche da una generazione di giovani che non ha nemmeno visto giocare quel Cagliari. È curioso, ma vuol dire che i genitori hanno fatto buon uso di quello scudetto, raccontando ai figli tutte le gesta di quell’anno. Senza contare poi che il Cagliari ha vinto quel campionato senza risorse finanziarie contro colossi come Inter, Roma, Juve e Milan».

Ricciotti Greatti

«Peccato non poter festeggiare insieme ai tifosi, si stavano organizzando grandi cose e non vedevamo l’ora. Tanto entusiasmo dopo 50 anni certifica quanto Cagliari sia speciale, lo dico sempre anche ai giocatori di adesso. Allora eravamo consapevoli di aver compiuto un’impresa, ma il passare del tempo ci ha fatto rendere conto meglio di cosa abbiamo fatto».

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