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Zenga: «Strano che ci si possa allenare al parco e non in campo»
Nel giorno del suo sessantesimo compleanno, Walter Zenga commenta la situazione della Serie A. Le parole dell’allenatore del Cagliari
Dopo il collegamento del pomeriggio con Sky Sport, Walter Zenga chiude la giornata del suo compleanno parlando anche ai microfoni di Sportitalia. L’allenatore del Cagliari attende novità sulla possibile ripresa del campionato e programma gli allenamenti per quando sarà possibile. Così Zenga: «Dopo i primissimi allenamenti che ho potuto fare si è fermato tutto, passo il tempo al centro sportivo e studio. Mi sembra strano che ci si possa allenare nei parchi pubblici e non in centri attrezzati come il nostro, e parlo di giocatori professionisti. In un campo di calcio potrebbero allenarsi ben distanziati e al sicuro. In Francia hanno deciso di chiudere tutto, da noi credo che la politica si sia presa il tempo per analizzare tutto per decidere con criterio».
Ancora Zenga: «Solo Walukiewicz, Olsen e Pellegrini non sono a Cagliari. Va detto che da qui al 18 maggio c’è tutto il tempo, non mi pare strano che De Ligt per esempio sia partito oggi. Piuttosto, fra l’inizio degli allenamenti e quello del campionato dovrà passare del tempo prima di tornare in grado di giocare; per questo mi piacerebbe poter allenare i ragazzi già ora. Il rischio è che il prodotto calcio riparta non proprio al massimo del suo splendore. Al Ministro spiegherei queste cose, giusto per dargli degli elementi in più visto che è alle prese con una decisione complicata. Tommasi, tanto per non fare nomi, avrebbe potuto spiegare queste cose alle istituzioni. Poi, in generale, se a metà giugno non si potrà giocare vorrà dire che il Paese sarà ancora alle prese con problemi più gravi del calcio. Io per adesso vorrei poter mettere i ragazzi al lavoro, naturalmente con le distanze di sicurezza».
Il Cagliari: «Dopo tanto girovagare sono arrivato su un’isola bellissima, oggi oltre al mio compleanno è anche Sa Die de Sa Sardigna quindi sono doppiamente contento. Per l’anno prossimo mi vedo ancora su questa panchina, i rapporti consolidati in questi due mesi hanno creato un bel team. Poi conta il campo. Nainggolan? Fa bene a lanciare messaggi d’amore alla Roma dove si è trovato bene. Sono fortunato perché se giocheremo lui sarà con noi, così come lo saranno i Joao Pedro e i Rog, e quelli che giocavano meno. Maran ha fatto un gran lavoro, non solo per i risultati ma per tutti i dettagli che ha curato».
La semifinale Uefa giocata contro i rossoblù nel 1994: «Quel Cagliari era una gran bella squadra, ci battè all’andata per tre a due ma poi arrivò stanco alla gara di ritorno. Faticavano in campionato, dove la classifica non era tranquilla, e lo pagarono in coppa»
Fra passato e futuro: «Rimpianti da calciatore? Nessuno, qualunque bambino sogna di poter giocare più di 400 partite con la maglia della sua squadra del cuore. Eredi? Due anni fa, quando allenavo il Crotone, mi ero permesso di sottolineare la bravura di due giovani come Meret e Cragno. Va detto che per loro non è facile insidiare il posto di Donnarumma. La panchina dell’Inter? Quella te la devi meritare, è il tuo percorso che deve portarti dove sogni».