Editoriale
Vlahovic e l’Allegrata, ma resta una Juve a metà
La perla di Vlahovic e l’intuizione di Allegri illudono la Juve che poi però si fa raggiungere dal Villarreal
L’uomo del destino per la Juve è ancora una volta Dusan Vlahovic. Il centravanti serbo riscrive la storia della Vecchia Signora battezzando il tabellino dopo una trentina di secondi dal proprio esordio assoluto in Champions League.
Rete tutt’altro che banale: stop di petto in corsa e conclusione di destro in torsione a rubare il tempo a difensori e portiere. Una frazione di secondo di pura classe, a confermare una volta di più il talento unico e indiscutibile.
Il lampo del primo minuto ha di fatto spianato la strada alla partita preferita dai bianconeri. Difesa “bassa” e strenua, sfruttando gli spazi in campo aperto. Piano tattico che però la Juve non è stata capace di concretizzare fino in fondo, pur rinforzata nelle sicurezze dalla classica “Allegrata”.
La mossa di schierare un reparto a 3 davanti a Szczesny ha infatti sorpreso Unai Emery e il suo Villarreal, poco pericoloso nel complesso. Eppure abbastanza per riagguantare il pareggio, meritato senza troppi dubbi in realtà.
E lascia l’amaro in bocca il modo in cui è stata concessa libertà a Parejo: alla pigrizia di Rabiot si è aggiunta la lettura completamente sbagliata di De Ligt, che stringe troppo verso Bonucci lasciando un’autostrada libera per l’inserimento del centrocampista amarillo.
Una Juve a metà, quindi, che ancora resta incompiuta nella sua tortuosa stagione. Dopo Ajax, Lione e Porto, ora c’è il pericolo deja-vu da scongiurare nel ritorno dell’Allianz Stadium. Da affrontare senza Wes McKennie, la cui frattura al piede è la notizia peggiore nella serata di Vila-Real.