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Pisacane si racconta: «Cagliari tappa fondamentale per me, la malattia mi ha fortificato»

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L’intervista rilasciata dell’ex giocatore della squadra isolana della Serie A, Fabio Pisacane

Le dichiarazioni e le belle parole dall’ex giocatore del Cagliari Fabio Pisacane presso i microfoni di BGR, telegiornale di Rai3.

CAGLIARI – «Se ripenso a quando sono arrivato, nemmeno io avrei pensato di fermarmi per tutto questo a tempo a Cagliari. Tutta la mia famiglia è contenta di questa scelta. Non mi fermo mai a guardare indietro, ma Cagliari resta una tappa fondamentale per la mia vita».

LA SARDEGNA – «Come diceva De André, non sei tu che scegli la Sardegna ma è la Sardegna che sceglie te e così è stato. La Sardegna mi ha scelto. Mi ricordo che c’era scettiscismo nei miei confronti, non contavo nulla di più di questo microfono».

LA MALATTIA – «9 settembre 2001, una mattina mi svegliai e mi accorsi che a 14 anni sono dovuto crescere in fretta. Dalla sera alla mattina mi sono ritrovato paralizzato in un letto di ospedale ma la malattia non è venuta per uccidermi. Quella è venuta per fortificarmi e mi ha aiutato a vincere altre sfide».

SCANDALO SCOMMESSE – «Calcioscommesse? Non avrei mai avrei barattato la passione per questo sport, con nessuna cosa al mondo».

IL COCCO DEL MISTER – «Arrivai nel luglio 2015 come il cocco di Rastelli. Ma se avessi fatto solo la spia del mister o fossi stato il cocco dell’allenatore non sarei rimasto sei anni a Cagliari. Questo è un privilegio che nemmeno il mister ha avuto. Sono riuscito a soddisfare anche i più scettici».

IL GUARDIAN – «Elogi del Guardian? Era un periodo dove riconoscevo più riconoscimenti che voti alti in pagella».

ESORDIO E SANT’ELIA – «A 30 anni l’esordio, il gol al Sant’Elia. Il primo l’ha fatto Gigi Riva, l’ultimo l’ho fatto io».

GENNAIO 2021 – «A livello personale sono stati anni stupendi dove ho cercato di godermi fino all’ultimo secondo, poi ho cercato solo di far prevalere la mia coerenza. Nel momento in cui ho capito che non facevo più parte del progetto ho scelto di farmi da parte».

CONTINUARE A GIOCARE – «Il calcio fa parte di me, è la mia vita, mi alleno ogni giorno per cercare di fare qualche altro anno da calciatore. L’ho promesso ai miei figli. Li vorrei accontentare. A giugno ascolterò eventuali offerte. Se non dovesse succedere nulla, non mi spavento. Ho sempre un piano B».

FUTURO ALLENATORE – «Mi piacerebbe allenare: o insegno qualcosa ai calciatori o li bastono, non mi vedo in altri posti».

GIULINI – «Ho sentito il presidente Giulini, ci siamo lasciati in buoni rapporti. Devo tanto a lui perché nell’anno della Serie A è colui che ha creduto in me, più di tutti. Lo sento tutt’ora e l’ho sentito da poco. Mi auguro per lui che il Cagliari faccia grandi cose».

L’UOMO RESTA – «Ai miei figli dico sempre di non prendere esempio da me. Un giorno attraverso gli altri potranno capire cosa è stato in grado di fare il padre. Il calciatore passa, l‘uomo rimane».

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