Editoriale
Gasperini e l’Atalanta insieme, speriamo non per l’ultima volta
Gasperini e l’Atalanta concluderanno la sesta stagione insieme, forse la più deludente: ma cambiare sarebbe un errore
Ma davvero riuscireste a immaginare Gian Piero Gasperini lontano dall’Atalanta? No, sarebbe la risposta più logica e scontata per tutti coloro che in queste stagioni hanno amato la Dea quasi come una figlia.
Sei i campionati insieme, iniziati nel modo più avvilente con quella serie di sconfitte consecutive che avrebbero potuto preludere al più banale degli esoneri. E invece la famiglia Percassi ha saputo avere pazienza, mostrando lungimiranza e competenza. Raccogliendo frutti probabilmente insperati.
Cinque qualificazioni di fila nelle competizioni continentali, un calcio spumeggiante ed “europeo” che soprattutto fuori dall’Italia ha dato la sensazione che l’Atalanta fosse spesso e volentieri inarrestabile. Con quel rimpianto targato Paris Saint Germain che avrebbe potuto riscrivere un’altra incredibile pagina di storia.
La stagione ormai ai titoli di coda è stata però una piccola crepa in un rapporto che pareva impossibile da incrinare. Colpevoli il campionato a singhiozzo nei risultati e nelle prestazioni, insieme a una Europa League sfuggita via ma alla portata, soprattutto considerato poi l’Eintracht Francoforte vincitore.
In mezzo, l’epocale cambio di proprietà e struttura dirigenziale, con alle porte anche l’addio di Sartori, non in eccellenti rapporti con Gasp da tempo, secondo i ben informati. Eppure, ci sarebbe davvero allenatore migliore del grugliaschese per il progetto orobico? Se hai in casa l’originale, perché affidarti a un surrogato, per quanto validissimo, come Juric o Tudor…
D’altro canto lo stesso Gian Piero non può avere all’orizzonte panchine di livello alla portata. Dopo la disastrosa parentesi Inter, mai un’altra big lo ha davvero avvicinato e quella grande occasione sarà sempre più difficile possa materializzarsi. Che poi, la sua Atalanta, una big lo è diventata sul campo. E allora no, non siamo pronti per veder dissolversi il binomio che più ci ha entusiasmato nel buio decennio del calcio italiano.