Ventura: «Serie B? Campionato a parte. Genoa e Cagliari hanno la rosa migliore»
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Ventura: «Serie B? Campionato a parte. Genoa e Cagliari hanno la rosa migliore»

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Gian Piero Ventura, ex allenatore del Cagliari, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla Serie B, alla sua carriera e all’operato della squadra rossoblù

Gian Piero Ventura, ex allenatore del Cagliari, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al campionato di Serie B, alla sua carriera e all’operato della squadra rossoblù durante un’intervista concessa a L’Unione Sarda.

CALCIO – «Ormai sono sempre in vacanza, ma se mi chiede quanto mi manca il calcio, la risposta è semplice: per niente. E dopo trentasette anni direi che ci può stare».

LAVORO E STRESS – «Sarò sincero: forse il lavoro settimanale sì. Ma non lo stress della partita, ancora meno le polemiche giornalistiche che fanno da contorno. Lasciare la panchina è stata una decisione presa in serenità».

CALCIO VISTO DA FUORI – «Si cerca sempre di migliorare, di cambiare. Ma alla fine conta soprattutto la qualità dei giocatori. Come il georgiano del Napoli Kvaratskhelia, uno che salta l’uomo e che fa impazzire perché dribbla come ormai non fa nessuno. Ammetto, guardo poche partite. Mi piace il Napoli, guardavo l’Atalanta quando c’era il Papu Gomez. E poco altro».

VENEZIA – «A parte Gaucci, i presidenti vulcanici li ho avuti tutti. Con Zamparini fu un rapporto d’amore-odio e di Venezia ho ricordi fantastici, col cammino in Coppa Italia dove eliminammo la Juve di Baggio e sfiorammo la A per un punto. Un ricordo indelebile, ma Cagliari era un’altra cosa…»

CELLINO – «Lui e Cairo sono i presidenti con cui ho avuto i rapporti migliori. Ma con Cellino c’era un legame d’amicizia che andava oltre la professione. Quando arrivai, nel 1997, mi mise alla prova e mi diede le chiavi della società. Non se ne pentì. Oltre alla promozione e alla salvezza, con le cessioni dei vari Macellari, O’Neill, Zebina e Muzzi facemmo delle plusvalenze straordinarie. E non dimentico il rapporto umano con la gente, tonnellate di affetto con persone speciali».

MUZZI – « Al mio arrivo trovai un Muzzi che non faceva il calciatore: enormi potenzialità, ma arrogante, presuntuoso. Per svoltare serviva il dialogo o un atto violento. Usai il secondo metodo, lo tenni in tribuna per due o tre partite. E devo ringraziare Cellino, perché quando Roberto andò da lui a protestare, gli rispose: “Hai ragione, Ventura ha sbagliato, avrebbe dovuto metterti in tribuna prima”. E dal giorno dopo, Muzzi si mise a tirare il gruppo, diventando mio figlioccio e il capocannoniere, segnando 33 reti in due anni e venendo ceduto per trenta miliardi di lire all’Udinese».

CAPOZUCCA – «Capozucca è un carissimo amico. So quanto soffre per il Cagliari, gli auguro con tutto il cuore di centrare la promozione. Provare a riportarmi a Cagliari? Devo essere sincero, sì. Ma non era il momento giusto per tornare».

SERIE B – «Il Cagliari, col Genoa, ha la rosa migliore. Ma la B è un campionato a parte, dove il Pisa, finalista dei playoff lo scorso anno, ora è ultimo. Un campionato dove non si possono fare pronostici e dove chi arriva da retrocesso deve fare in fretta a calarsi in questa nuova realtà».

DIFFICOLTA’ –«Far capire all’ambiente che non può essere semplice riprendersi la A. Società, allenatore e giocatori devono calarsi in una realtà diversa, ci saranno momenti difficili, ma restando sul pezzo si riesce a centrare l’obiettivo. Perché poi i valori emergono e giocatori come Lapadula, Pavoletti o Nandez, per dirne alcuni, non ce li ha nessuno».

LIVERANI – «All’inizio devi prendere per mano il pubblico, portarlo dalla tua parte e puoi farlo con le prestazioni, l’impegno e l’entusiasmo. Poi sarà la città a venirti dietro. Ecco perché Cagliari e Genoa sono le due grandi favorite. Poi una sorpresa, magari il Bari, visto che vivo qui. Ma come ho detto prima, ogni previsione è un azzardo».

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