2013
Cagliari-Torino, promossi e bocciati
Vincere era l’unica cosa che contava. Così è stato, il Cagliari ha matato il Toro addestrato dall’ex rossoblù Giampiero Ventura. Un Torino che non ha sicuramente sfigurato al Sant’Elia, stando in partita fino agli sgoccioli. A salvare il Cagliari da un inutile pareggio, e che avrebbe creato qualche grattacapo a Diego Lopez, è stato il solito Conti, di cui parleremo più avanti.
BOCCIATI – Questa volta, a differenza delle precedenti, partiamo dalla black list. C’è una domanda che è lecito porsi dopo la vittoria di ieri: e se non ci fossero state quelle due punizioni, cosa avrebbe raccolto il Cagliari dal match di ieri? Col senno di poi si possono fare tante teorie. Tuttavia è emerso che il Cagliari, non solo quello di ieri ma anche quello delle ultime giornate, ha faticato a produrre azioni pericolose. Ad esempio, Sau ha sofferto molto nella partita di ieri, sprecando un’occasione ghiotta davanti a Padelli nel secondo tempo. Ibarbo, sempre molto individualista, ultimamente si è mostrato un po’ troppo nervoso rispetto a qualche mese fa. Bisogna recuperare quella lucidità che ha permesso al Cagliari di mettere in difficoltà l’Inter e la Fiorentina. Bisogna riprendere a macinare quel gioco che Lopez ci ha mostrato nelle prime giornate. Questo compito spetta prima di tutto a Diego Lopez e, grazie alla vittoria di ieri, avrà ancora tempo per tornare a mostrarcelo.
PROMOSSI – Partiamo dal portiere: Avramov si è mostrato all’altezza della situazione. Sicurezza, interventi puliti e concentrazione hanno sbarrato la porta a Cerci (bella chiusura su di lui, al primo tempo, da posizione ravvicinata) e compagni. Poi c’è lui, il capitano, quello che quando le cose vanno male si mette tutta la squadra sulle spalle e tira la carretta. Daniele Conti ormai lo conosciamo, o forse non del tutto. Perché quando meno te l’aspetti tira fuori quella grinta e quella caparbietà che solo lui possiede in quello spogliatoio. Quella corsa fin sotto la Nord, dopo il primo gol, vale più del gol stesso. L’abbraccio al figlio dopo la seconda rete dimostra che sotto quella maglia non c’è un semplice calciatore, ma un uomo serio, un padre, un esempio. Che dire, non poteva festeggiare nel modo migliore la sua 300° presenza in Serie A. Orgoglio rossoblù.