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Dessena: «Ho lasciato il cuore al Cagliari, non ho parole per descrivere l’amore che provo»
Le dichiarazioni al miele dell’ex giocatore e capitano del Cagliari, Daniele Dessena: ecco le sue parole sui rossoblù
Ha parlato l’ex giocatore e capitano del Cagliari, Daniele Dessena. Il giocatore dell’Olbia ha ripercorso i suoi anni in Sardegna con la maglia rossoblù. E che ricordi (dolcissimi)! Dessena ha chiuso il capitolo Cagliari dopo la stagione 2018/19. Dessena porta con sé un bagaglio di 206 presenze con la maglia della squadra isolana, 12 gol e 5 assist. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni ai microfoni de “Il Cagliari in diretta” e riportate da L’Unione Sarda.
SARDEGNA – «La Sardegna per me è unica, non ci sono aggettivi per descrivere il mio amore per questa gente, qualunque cosa dica sarebbe riduttivo».
UNO DI VOI – «Il primo ricordo è il traffico di via Sonnino. Poi i miei compagni di squadra. Io a Cagliari ho lasciato il cuore, perché è lì che ho imparato ad amare la Sardegna, a capire cosa voglia dire essere sardi. Io mi sento uno di voi. E noi siamo sardi, non italiani».
CAGLIARI – «Lo seguo, ma lo seguo da tifoso. Per intenderci, se dovessi andare allo stadio, farei i cori. E il Cagliari è una squadra che, secondo me, può raggiungere il suo obiettivo, la salvezza. Lunedì, parlo da tifoso, batterà il Sassuolo».
CAPITANO – «Sono stato fortunato, perché io lì ero felice. Ed ero felice ogni volta che andavo al campo per allenarmi, non vedevo l’ora di stare con i miei compagni. E anche qui a Olbia sono felice. La fascia? Pesava tanto, tantissimo. Io ce l’ho messa tutta per fare il meglio per il Cagliari. Non so se sarà ricordato, ma non importa, perché so che, quando tornavo a casa, sapevo di aver dato tutto».
PAVOLETTI – «La persona giusta. Leo è un ragazzo che, dal primo giorno, mi ha colpito per la sua positività. Anche quando le cose sono negative, lui vede la luce. Ricordo la finale playoff, io ero a Villasimius, guardavo la partita. E quando è entrato ero sicuro l’avrebbe decisa lui. Ed era giusto così, perché è uno che non molla mai. Io credo nello stato d’animo delle persone e in quello che trasmettono. Pavo in questo è il numero uno».
RAGATZU – «L’ho conosciuto quando aveva 16 anni. Tanti dicono che ha fatto una carriera al di sotto delle sue possibilità. Semplicemente non ha mai avuto la possibilità di esprimersi con continuità. A Olbia può farlo ed è diventato un giocatore formidabile, un punto di riferimento per tutti». Dessena si è scoperto goleador (già 3 reti quest’anno), .