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Cagliari, quando crederci nel calcio fa davvero la differenza

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Nei minuti di recupero del match tra Cagliari e Sassuolo c’è soltanto emotività, sentimento, genio e follia

Due gol, segnati contro il Sassuolo al 94′ ed al 98′ rispettivamente da Gianluca Lapadula e Leonardo Pavoletti, hanno fatto esplodere i tifosi del Cagliari e trascinato fuori dalla zona rossa il club isolano, che adesso può affrontare la trasferta di Napoli con più serenità. Non troppa, si spera. Quello che però rimane, di certo, dopo la sfida contro gli emiliani, è una consapevolezza sempre più chiara agli uomini di Claudio Ranieri: crederci, a volte, nel calcio fa davvero la differenza.

Cagliari-Sassuolo è già una di quelle partite che, gli spettatori presenti alla Unipol Domus (ormai un vero e proprio fattore), ricorderanno come uno di quegli appuntamenti che: Io c’ero, quando Pavoletti ha segnato in rovesciata al 98′. Ammettiamolo, tifosi rossoblù o meno, ci siamo tutti un po’ emozionati. Non tanto per il gesto tecnico o la rimonta in sé, quanto perché la vittoria dei sardi ha dimostrato che il calcio non è solo algoritmi, arida razionalità e tattica estenuante. Nei minuti di recupero del match tra Cagliari e Sassuolo c’è soltanto emotività, sentimento, genio e follia. Il genio, quello del tecnico romano (sì, quello del pazzo Leicester) che percepisce la sofferenza dell’avversario e, sotto di una lunghezza, trasforma lo schieramento dei suoi puntando su sette giocatori a trazione offensiva, inserendo anche Marco Mancosu al ritorno da un infortunio (e con pochi minuti sulle gambe) ma pronto a lottare per la causa. Il resto l’hanno messo gli uomini in maglia rossoblù, quelli dei miracoli alla Domus.

Il 2-1 ai danni degli emiliani premia un Cagliari mai domo, completamente diverso da quello visto a inizio stagione, ma soprattutto, premia la dedizione del generale e delle sue truppe. Lottare fino all’ultimo pallone, fino all’ultimo secondo, fino all’ultima giornata, è quello che più volte ha chiesto Claudio Ranieri ai giocatori rossoblù. Con un pubblico come quello isolano, poi, è difficile non trovare le energie per completare un capolavoro, uno dei tanti, della nuova gestione Ranieri. Perché il lasso di tempo trascorso tra il gol di Lapadula ed il fischio finale della gara tra Cagliari-Sassuolo somiglia più a un aforisma di Nietzsche che una partita di calcio: breve, intenso, apparentemente senza senso, costruito solo, e soltanto, sulla volontà di potenza.

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