Filippo Tortu su Riva: «Pur non essendo nato in Sardegna è diventato un sardo vero»

Le dichiarazioni del velocista azzurro Filippo Tortu sulla recente scomparsa dell’ex attaccante del Cagliari, Gigi Riva

Tutto il mondo del calcio e dello sport piange Gigi Riva. Il leggendario attaccante del Cagliari e del calcio italiano è scomparso nella giornata di ieri. Domani sì celebreranno i funerali di Rombo di Tuono. Diverse figure del mondo dello sport e del calcio hanno espresso messaggi di cordoglio per la scomparsa dell’ex attaccante del Cagliari. Uno di questi è il velocista azzurro Filippo Tortu. Ecco di seguito uno stralcio delle sue dichiarazioni rilasciate ai microfoni di Radio Sportiva.

FERITA – «Una ferita per tutta l’Italia e per tutta la Sardegna in generale. Per chiunque abbia praticato lo sport e lo ami è uno dei più grandi esempi di umanità, di valore e di amore per la squadra e la maglia. Ha insegnato cosa voglia dire sentirsi a casa e mi ha lasciato con il cuore distrutto. Io caratterialmente mi sono sempre sentito simile a lui, molto riservato ma allo stesso tempo semplice nelle relazioni e nel rapporto con la città. Pur non essendo nato in Sardegna come me era diventato uno sardo vero, per me è stato e sarà ancora parte importante della mia vita».

APPARTENENZA – «Questa è qualcosa che io provo tutti gli anni. Quando devo preparare una gara importante vado a farlo in Sardegna, perché lì mi sento accolto e a casa e questo mi fa stare bene. Non è una cosa scontata, la gente ti considera parte integrante del popolo sardo e lui ha provato le stesse cose. L’impresa di quello scudetto del 1970 è qualcosa di straordinario e ancor di più è l’essere rimasto a Cagliari, sottolineando come non ci sia solo una componente sportiva ma anche di cuore, emozione e appartenenza».

RIVA – «Non ho avuto mai il piacere di conoscerlo, ma è stato uno sportivo che mi ha affascinato molto. A teatro ho visto uno spettacolo di Federico Buffa ed è stato molto bello. Se devo pensare a un momento che mi è rimasto impresso forse dico il suo infortunio alla gamba in Nazionale: ha fatto capire che non avrebbe mai tolto la gamba nel difendere la maglia dell’Italia. Anche se triste mi ha lasciato sempre molto impressionato questo dare tutto per quello che si ama, qualcosa che ogni sportivo dovrebbe avere bene in testa. Per me è stato l’attaccante più forte di sempre nel nostro Paese».