Hanno Detto
N. Riva: «Vi parlo di mio padre Gigi. Sul film di Milani…»
Nicola Riva, figlio del leggendario attaccante del Cagliari Gigi, ha parlato del padre e del docu-film realizzato da Riccardo Milani
Nella giornata odierna Nicola Riva ha rilasciato una lunga intervista per il Goriziano nella quale ha raccontato chi era suo padre. Il figlio del leggendario attaccante del Cagliari Gigi ha parlato del padre e del docu-film realizzato da Riccardo Milani. Le sue parole:
LA REAZIONE ALLA VISTA DEL FILM – «Quella sera rimane particolare. Il regista è diventato un amico di casa e di mio papà. Attraverso i valori che gli ha trasmesso, Milani è riuscito a convincerlo a fare una cosa che altrimenti non avrebbe mai voluto fare. A mio padre non piaceva autocelebrarsi ed essere al centro dell’attenzione. Alla prima, lui non usciva da tempo di casa e fu un’emozione grande e forte. Il film di per sé è bello perché non racconta solo la sua storia, ma il binomio tra lui e la Sardegna, la crescita che hanno avuto in contemporanea. Era una terra sconosciuta ai più e si diceva che si veniva mandati qui per punizione. Venne venduto proprio al Cagliari ma c’erano tante squadre che lo volevano. Quella fu la prima squadra del sud a vincere lo scudetto, lui poi ha deciso di non andare più via».
IL MOTIVO DELLA PERMANENZA IN SARDEGNA – «Si è sentito uno di loro, non solo un simbolo del calcio ma un uomo di famiglia. Era arrivato in Sardegna da orfano, trovando una famiglia e lui non si è mai sentito di tradire la famiglia. È stata la scelta che gli ha dato di più dal punto di vista affettivo. La simpatia che papà aveva dai tifosi delle altre squadre è perché le bandiere piacciono a tutti, tutti vorrebbero un giocatore simbolo nella loro squadra del cuore».
LE PROPOSTE ARRIVATE PER COMPRARLO – «Ne arrivarono tante, una su tutte quella della Juventus perché Agnelli e Boniperti non erano abituati ai no dei giocatori. Dopo ogni partita, si presentava un emissario della Juventus con la proposta. Lui è stato dato spesso per venduto, a quel tempo erano le società a decidere ma mio papà è stato forse l’unico a poter decidere del suo futuro».
OFFERTE FARANONICHE – «Giunsero anche proposte che non si potevano rifiutare, come un miliardo di lire e sei giocatori in cambio: era stato praticamente già venduto dall’allora presidente del Cagliari, ma lui non volle. Era di una coerenza unica, quando diceva no era no. Non c’erano possibilità di fargli cambiare idea».