Ex Rossoblù
Zola: «Cagliari? Mi piacciono questi due giocatori. Sul Napoli…»
Gianfranco Zola, ex giocatore ed allenatore del Cagliari, ha rilasciato delle dichiarazioni in vista della partita contro il Napoli
Nella giornata odierna Gianfranco Zola ha concesso una lunga ed interessate intervista per il quotidiano Corriere dello Sport. L’ex giocatore ed allenatore del Cagliari ha rilasciato delle dichiarazioni in vista della partita contro il Napoli di Antonio Conte. Le sue parole:
NAPOLI – «Giocherà per vincere, come è giusto che sia, con un attaccante di valore assoluto come Lukaku. Antonio e Romelu si conoscono bene, è un valore aggiunto».
CAGLIARI – «La battuta d’arresto di Lecce è pesante, perché veniva da due buoni pareggi con Roma e Como. Ora ha tre gare difficili: Napoli, scontro salvezza con l’Empoli e poi a Parma, contro una squadra che gioca bene e che ha Pecchia, allenatore bravissimo. E’ arrivato Gaetano, ottimo giocatore, aumenterà il tasso di qualità. Poi c’è Prati, regista di valore che però deve crescere. L’incognita è l’attacco che segna poco. Nicola ha dato alla sua squadra un’ottima fase difensiva, ora deve lavorare di più su quella offensiva».
LINEA VERDE DI GIULINI – «Scelta sacrosanta, è quello che devono fare le società di medio livello: cercare calciatori di prospettiva, non si può mica andare sul mercato e sperperare i soldi minando il bilancio del club. Quindi, devi costruirti in casa i giocatori forti e per farlo i club devono dotarsi di una struttura tecnica capace di individuare ragazzi di prospettiva».
MORTE DI CESARE POLI E GIGI RIVA – «Non ho parole adatte per esprimere le mie emozioni, mi viene ancora adesso la pelle d’oca. Per noi sardi, Gigi è un esempio inarrivabile, una di quelle figure a cui tutti dobbiamo molto. L’ho conosciuto bene in Nazionale e come uomo, se possibile, è stato più grande che come calciatore. Io mi sono sempre guardato indietro, alla ricerca di esempi positivi a cui ispirarmi e Gigi è stato uno di questi, il migliore. Il mio sogno era di riuscire a rappresentare la mia gente come ha fatto lui. Il 22 gennaio Gigi se n’è andato, ma non se n’è andato».
NAZIONALE DI SPALLETTI – «Sì, lo devo ammettere. La Nazionale è stata grande per personalità, per la capacità dei nuovi innesti di inserirsi, per la reazione che ha avuto dopo il gol lampo di Barcola. Ma, attenzione. Siamo solo all’inizio di un lungo percorso. Rischio di illudersi troppo presto? Il problema è che la rinascita della Nazionale non dipende solo da Spalletti, dai dirigenti federali e dai giocatori. Ma dal calcio italiano nel suo complesso. Dobbiamo essere capaci di far crescere giovani talenti, dare più qualità al nostro movimento. Altrimenti, la vittoria sulla Francia resterà senza seguito».
ZOLA IN AZZURRO – «Capitato in un momento sbagliato? E invece non è così. Io sono stato fortunato ad avere compagni in azzurro Del Piero, Baggio, Vialli, Mancini e tanti altri. Da tutti loro ho imparato qualcosa e sono stato spinto dal loro esempio a sollevare sempre un po’ di più l’asticella».