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Marin: «Per me il calcio è vita. Juventus? Se facciamo quello che abbiamo provato…»
Marin: «Per il calcio è vita. Juventus? Se facciamo quello che abbiamo provato…». Le dichiarazioni rilasciate dal centrocampista del Cagliari
Nella giornata odierna Razvan Marin ha parlato di diversi temi per l’edizione odierna del quotidiano Corriere dello Sport in vista della sfida contro la Juventus di Thiago Motta. Il centrocampista del Cagliari ha rilasciato delle dichiarazioni interessanti alla vigilia della ostica partita dell’Allianz Stadium.
Il classe 96′ ex Ajax è passato attraverso diversi argomenti: dalla Romania alle esperienze in Belgio ed Olanda, dai suoi miti nel mondo del calcio alla gara con i bianconeri, il tutto passando anche per il ritorno nell’isola dopo ben due anni di assenza per il prestito all’Empoli. L’incontro con i bianconeri è inserito nel programma della 7° turno del campionato di Serie A 2024-2025 e si svolgerà nella giornata di domani, domenica 6 ottobre, a partire dalle ore 12:30. Le sue parole:
MARIN – «Calcio? (E’ n.d.r.) Tutto. E’ la mia vita. Faccia da bravo ragazzo? Perché sono un bravo ragazzo. Mi alleno col sorriso, sono contento di questo lavoro, ho coronato il mio sogno da bambino, giocare un giorno in uno dei primi cinque campionati europei».
LA ROMANIA – «Romania? Sì, lo so anche se non ho vissuto il periodo prima della caduta del Muro di Berlino. Adesso, Bucarest è una città vivace, in crescita, piena di locali e giovani. Calcio rumeno? Sì, lo abbiamo dimostrato agli Europei (la crescità n.d.r.). Un gruppo di giocatori, tra i quali io, è più maturo. Allo stesso tempo, stanno venendo su giovani di valore. Europeo? Ho segnato due gol. Ricordo la gioia immensa che ho provato per il primo, in un’atmosfera fantastica. Vorrei riviverla ai Mondiali».
STANDARD LIEGI E AJAX – «Allo Standard è andata bene ma l’inizio è stato difficile, non parlavo francese e solo un po’ di inglese. Però, ho giocato tanto, se ricordo bene 104 partite e segnato 18 gol. Ajax? Sono approdato in una squadra di grande qualità tecnica e umana. Ho imparato tanto. Ho dato il meglio di me, poi è arrivato il Covid che ha complicato tutto».
CAGLIARI, EMPOLI E RITORNO – «Niente, ero entusiasta. Ero in ritiro in Austria con l’Ajax ma è stata una scelta facile. Arrivavo in Italia, in una squadra di Serie A, proprio quello che desideravo. Empoli? Sono tornato più maturo e carico a mille dopo l’Europeo. Non solo. Ho trovato una società cambiata in meglio, più matura, con più ambizione».
VITTORIA E GOL CONTRO IL PARMA – «Una spinta verso la salvezza? Certo, anche perché è arrivata dopo una grande prova da parte nostra. Gol? Quando ho calciato, ho pensato: l’ho presa proprio bene. Infatti…».
BLACKOUT CON L’EMPOLI – «Ha detto bene, inatteso. In tutte le altre partite, anche quelle perse con Lecce e Napoli, avevamo fatto bene. Forse quella sconfi tta ci è servita a riordinare le idee».
SFIDA CON LA JUVENTUS – «Squadra fortissima, non c’è neanche bisogno di dirlo. Se riusciamo a mettere in pratica quello che abbiamo provato, possiamo darle fastidio. Squadra diversa dagli ultimi anni? Sì, prova a giocare di più, a essere più propositiva. Una cosa non è cambiata, è sempre fortissima».
LOTTA SALVEZZA – «Preferisco concentrarmi su di me e sulla mia squadra, su quello che possiamo fare. Alla fine, saranno le solite cinque o sei ma non è un problema che mi pongo. Pensiamo a fare quello che dobbiamo».
ISPIRAZIONE ED IDOLO – «(Sorride n.d.r.) Risposta semplice: Gheorghe Hagi, il più grande. Il figlio Ianis è mio amico, gioca nei Rangers di Glasgow. Idolo? Mio padre Petre, ex terzino della Steaua Bucarest. Guarda tutte le mie partite e dopo ne parliamo. E’ il mio consigliere più fidato».