Mancosu: «Quello dell'infortunio è stato un periodo difficile. Con la Fiorentina spero siano decisivi loro due!» - Cagliari News 24
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Mancosu: «Quello dell’infortunio è stato un periodo difficile. Con la Fiorentina spero siano decisivi loro due!»

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Marco Mancosu oggi ha parlato per una trasmissione radiofonica. Seguono tutte le dichiarazioni dall’ex giocatore del Cagliari

Marco Mancosu dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ha scelto di non lasciare i colori dei rossoblù ed ha iniziato ad allenare la formazione sarda U 18. L’ex trequartista del Cagliari oggi ha parlato per una trasmissione radiofonica su Radiolina e CagliariNews24 ha riportato in tempo reale tutte le sue dichiarazioni. Le sue parole:

LE PAROLE DI MANCOSU

PARAGONE CON GAETANO – «Se vogliamo retrocedere posso tornare a giocare, meglio Gaetano e Viola rispetto a me (ride n.d.r.). Gaetano? Un Mancosu all’inizio? Non so se mi ci rivedo, penso sia molto più forte di me. Per come ero io all’inizio mi da tanto di distanza, come caratteristiche tecniche siamo simili».

ALLENATORE CAGLIARI U 18 – «I miei ragazzi sono bravi, gli voglio bene anche se sono una generazione molto lontana dalla mia. Mi piace esplorarli caratterialmente e migliorarli per poi sperare di vederli nel calcio dei grandi. Giulini mi ha proposto di allenare l’U 18, io avevo tanto male al ginocchio ma non sapevo quale sarebbe stato il mio futuro. Avrei voluto giocare ancora ma ho scelto questa strada perché avevo tanto male al ginocchio. Ringrazio Giulini, Carta, Muzzi e Mereu!».

AMMAZZARE IL GIOCATORE CHE ERO – «E’ una continua lotta con il giocatore che ero, è una cosa che devo mettere da parte ma non come valori umani, mi prendo ancora cura della squadra. Devo capire che un Mancosu con me forse non avrebbe giocato! La squadra ha la priorità. Nella veste di allenatore devo prendere decisioni che non pensino al singolo. Mi trovo benissimo con il mio team in cui ci sono Aresti, Pisano, Secci ecc.. Ho assorbito bene il passaggio da giocatore ad allenatore».

COSA INSEGNO AI MIEI RAGAZZI – «Punto ad insegnare il fatto di migliorare giorno dopo giorno non pensando tanto al risultato che nelle giovanili conta relativamente».

CAGLIARI-FIORENTINA – «Mia ultima partita? Ho giocato pochi minuti contando pure il recupero. Ho pensato che sarebbe stata la mia ultima partita, avevo avuto 4 interventi in un anno oltre ad un infezione ad un ginocchio. Ho fatto di tutto per giocare quella partita, volevo salutare il pubblico di Cagliari perché sapevo sarebbe stata l’ultima partita. Ringrazio Ranieri e lo staff medico!».

INFORTUNIO AL GINOCCHIO – «Per scelta mia non mi piace avere alibi e poter dire che ho giocato male per un problema fisico, quando entro in campo mi prendo oneri ed onori. E’ stato un periodo difficile, mi ha cambiato profondamente. E’ stata una liberazione la mia ultima partita, sono stato molto testardo ma sono fiero di me di avercela fatta a recuperare per la sfida contro la Fiorentina. E’ una cosa che mi ha lasciato strascichi per la vita».

BOVE – «Penso che non sia semplice per lui che rischia di non poter tornare a giocare ma la vita è più importante del giocare a pallone. Penso che sia stato fortunato per quello che gli è successo. Essere andato vicino ad una cosa tragica lo arricchirà a livello umano».

CARRIERA – «Nella mia vita non ho rimpianti, sono quello che sono anche per le cose brutte che mi sono successe. Fare la carriera che ho fatto, da quella partita del 2007, è stato un onore. Lo è stato fare il capitano a Lecce ma anche una promozione ed una salvezza con il Cagliari come ha fatto Zola. Giampaolo mio allenatore all’esordio ora proprio al Lecce? Ricorsi storici assurdi, ora alleno ragazzi 2007 che il giorno del mio esordio non erano nati!».

CAGLIARI DI NICOLA – «La prossima è una partita importantissima per la buona striscia di risultati, mi hanno impressionato dalla prima partita. E’ un piacere vederli giocare con questa intensità, danno filo da torcere a tutti e possono farlo con la Fiorentina come hanno fatto con il Milan e le altre big».

DAVIDE NICOLA – «Rispetto Nicola come persona, non da troppa fiducia ma rispetto i ruoli. Ho parlato con il suo staff, con Barone e Squinzi. Sono tutte persone a modo».

RANIERI – «Ero sicuro che non era la sua ultima corsa, aveva ancora tanta voglia. Lui è un martello in quello che fa per l’età che ha, è da ammirare. Da lui ho preso la gestione dei rapporti umani! Lui diceva che anche un’idea sbagliata se la seguono tutti diventa giusta. E’ vero, noi in quegli anni l’abbiamo fatto ed i risultati sono arrivati».

FRATELLI E FAMIGLIA – «Marcello si è sposato, ha messo la testa a posto ed ha trovato una ragazza splendida; è felice. Matteo lo vedo spesso al campo, fa il secondo del Cagliari U 17. Lo vedo più adesso di prima, lui è una persona sfuggente. Ora dobbiamo andare a cena da mamma e giochiamo a scopone scientifico. La famiglia per me è fondamentale, quando mia moglie non mi seguiva sul posto era difficile. Dopo alcuni anni mi ha raggiunto e mi ha dato una grandissima mano in questa nuova avventura. Matteo? Abbiamo idee calcistiche opposte, è difficile trovare un punto d’incontro. Lui ha ancora la sua idea di calciatore, gente veloce e forte fisicamente ma a me piacciono i giocatori che in campo pensano».

PISANO – «Lui è uno scrupoloso, mi aiuta molto perché ha fatto già due anni di esperienza. Sto imparando tantissimo da lui e senza non sarebbe stato così facile, i ragazzi poi gli vogliono molto bene».

U 18 – «Come sono i ragazzi? Non ho ancora un metro di paragone quindi non so bene. Non dobbiamo andare solo in una direzione ma fare un mix di diverse cose, in prima squadra serve saper fare diverse cose. Con lo staff cerchiamo di fargli capire che devono saper fare queste cose. La mia U 18 era diversa, le categorie sono cambiate; il salto Primavera prima squadra l’ho sofferto ed ai ragazzi voglio farglielo assorbire meglio di me!».

LUVUMBO, OBERT E FELICI – «Luvumbo e gli altri li ho vissuti da compagni ed avevo un occhio attento. Obert mi piace tantissimo come Zito, Felici poi ha giocato con me a Lecce. Ai tempi aveva un soprannome che gli arrivava dal fatto giocavamo a Call of Duty assieme. Azione di Felici? Lui è uno che non tocca per terra, è veloscissimo, ero sicuro che potesse fare male agli avversari in una partita così bloccata. All’inizio giocava poco ed ha aspettato il suo momento, una cosa dico sempre ai ragazzi. Loro tre sono tutti ragazzi eccezionali che vogliono migliorarsi».

PRONOSTICO CAGLIARI-FIORENTINA – «Spero nella vittoria e spero che i protagonisti siano bravi ragazzi come Zappa ed Augello».

RAPPORTO CON LA PRIMA SQUADRA – «Rispetto molto i ruoli, non faccio più parte del gruppo ma sento poco la mancanza perché apprezzo quello che sto facendo; è una cosa che mi ha sorpreso. Non sono triste quando li vedo. Da grande proverò a fare quello che volevo a 18 anni, diventare un calciatore prima e poi un allenatore».

IL MIO GIOCO – «Sfruttare le caratteristiche della squadra è importante, mi piace arrivare alle punte perché ne ho di bravi ma mi piace giocare con pochi tocchi. In altri settori giovanili stanno tutti dietro a difendere ma così non gli si insegna nulla. Io li voglio far diventare pronti a fare il salto in prima squadra».

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