2014
Come dentro un film
Ore 15 stadio Sant’Elia: ciak si gira.
Neanche il finale piu’impensabile di un film tragicomico potrebbe regalare le emozioni degli ultimi 10 minuti di delirio di Cagliari-Milan.
Ma riavvolgiamo il nastro: tutto sembrava volgere nell’unico finale scontato quanto auspicato dai tifosi rossoblù, il Cagliari conduceva, seppur di misura, in modo egregio la partita contro un Milan davvero in pessima forma.
Certo, tanti errori, i soliti errori sono stati commessi per tutta la durata dello spettacolo, tanti, troppi sprechi in attacco, si produce ma si conclude poco e quando segni un goal ad una squadra come il Milan appena al 28° minuto del 1° tempo, devi cercare di concretizzare immediatamente il risultato e non sperare che, con quel poco sforzo, si possa vivere di rendita per i restanti 62 minuti di gioco. Non nel calcio, non contro una squadra che per quanto non in splendida forma, e’pur sempre il Milan.
Fino ad un certo punto, lo spettacolo e’ stato davvero gradevole, erano andati in scena spezzoni di di un film divertente, pimpante, arrembante, per la gioia degli spettatori a casa e sugli spalti, fino al momento in cui gli attori protagonisti escono di scena per far spazio a comparse non ben identificabili, ma in grado di stravolgere la scenografia montata fino ad allora:
60°sostituzione per il Milan: fuori Robinho, dentro Pazzini.
69°sostituzione per il Cagliari: esce Sau, entra Cabrera.
75°sostituzione per il Cagliari: fuori Ekdal, dentro Eriksson.
E proprio due di questi attori non protagonisti si rendono artefici del ribaltone nel finale.
All’85°, quando ormai si pregustava una bella e sudata vittoria, fallo di mano di Cabrera al limite dell’area, tanto assurdo quanto inspiegabile.
E’ proprio dalla mano di Cabrera che arriva in dono la punizione che regala al Milan il goal del pareggio.
Da quel preciso momento, si susseguono solo attimi di follia e delirio piu’ totali fino al sigillo finale di Pazzini, che non segnava da tempo e si riabilita agli occhi degli addetti ai lavori come attore talento, sprecato dietro le quinte.
Il Cagliari getta alle ortiche un risultato ormai assodato e lo fa nel modo piu’ tragico possibile: suicidandosi.
Si perche’di suicidio sportivo si tratta…cambi sbagliati, errori da giocatori di prima categoria, una manciata di minuti ancora e sull’immagine delle facce pietrificate degli spettatori cala il sipario, o meglio un velo pietoso sulla partita.
Titoli di coda:
si ringrazia l’allenatore che ha cambiato l’asseto tattico della partita e ha permesso al Milan di fare scacco matto in due minuti.
Si ringrazia la societa’ che ha lasciato la panchina delle riserve piu’ vuota di quanto potrebbe essere una panchina in piena estate con 38 gradi a mezzogiorno.
Si ringrazia Cabrera perche’e’ riuscito con una magia a far diventare una palla innocua, una chiara occasione da goal.
Si ringrazia Pazzini, artefice di un altro miracolo: la resurrezione.
E infine, ma non ultimo per importanza, si ringrazia Balotelli per il gesto carino rivolto agli spettatori paganti di uno spettacolo indegno.
Il fatto di essere un calciatore affermato, non gli vale sicuramente il titolo di campione stimato e se qualcuno, in passato in un momento di follia ha tentato di accostare il suo nome a quello di un mostro sacro come RIva, si mettano l’anima in pace il signor Seedorf e il signor Prandelli con le loro richieste deliranti.
Voler bene ad un giocatore, averne stima e sentirsi rappresentati da lui come italiani, sono tutte cose neanche pensabili di fronte a certe dimostrazioni.
I tifosi rossoblu’ non sono razzisti, sono solo schifati da tanta arroganza e idiozia.
Chiedere scusa da parte sua sarebbe quantomeno apprezzabile, ma il rispetto per le persone non si chiede, sono qualita’ innate che fanno di un semplice sportivo, un campione, cosa che Balotelli non sara’ mai nella sua vita.
Per questo e per molto altro.