Tra l’incudine ed il martello: Qatar Sports Investments o General Electric?

Storicamente un attracco per naviganti a caccia di sbocchi commerciali e materie prime, la Sardegna ha mantenuto anche in tempi moderni il suo fascino a livello internazionale. Innumerevoli gli investimenti esteri, che potrebbero estendersi prossimamente anche in campo sportivo. Come noto, il Cagliari Calcio è diventato l’oggetto dei desideri di due cordate imprenditoriali, dopo l’apertura del presidente Massimo Cellino alla cessione del club. Lasciando da parte le contrastanti indiscrezioni che stanno trapelando in questi giorni su tali trattative, proviamo a far chiarezza sui possibili acquirenti.

LA PISTA MEDIORIENTALE – La prima soluzione in ordine cronologico che si è aperta per la società sarda è quella della Qatar Sports Investments, emanazione di uno dei tre rami in cui si strutturano gli investimenti economici del Qatar e cioè della “Qatar Investment Authority”, che si occupa delle maggiori operazioni ed è gestita dalla “Qatar Holding”,la quale ha partecipazioni in istituti finanziari di tutto il mondo (da Barclays a Credit Suisse), gruppi automobilistici (Porsche e Wolkswagen) e aziende di lusso come Harrods ed è quella a cui fanno capo gli investimenti in Costa Smeralda ed il Paris St Germain. Il secondo ramo è la “Qatar Petroleum”, un’azienda petrolifera, che gestisce tutte le operazioni legate al petrolio e al gas in Qatar. Infine, la “Qatar Foundation”, che si presenta come un’organizzazione senza scopo di lucro, specializzata nello sviluppo del capitale umano, scientifico e sociale dell’emirato. Anche da qui partono investimenti sontuosi: pensiamo, ad esempio, all’acquisizione del marchio italiano “Valentino Fashion Group” o, restando in terra sarda, all’accordo con la regione per il controllo del “San Raffaele” di Olbia, ma anche alla sponsorizzazione del Barcellona, a cui il mese scorso sono stati offerti 350 milioni di euro per avere per i prossimi 30 anni il proprio nome al Camp Nou. In questo quadro intrecciato di affari si potrebbe, dunque, inserire il Cagliari, che verrebbe rilanciato anche attraverso la costruzione di un nuovo impianto. Un’operazione che innegabilmente potrebbe coinvolgere a diversi livelli tutta l’isola, un po’ come avvenuto in Francia, dove, ad esempio, Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris St Germain, ha fondato “beIN Sport” (affiliata ad “Al Jazeera Media Networks”), con cui ha ribaltato le tradizionali gerarchie televisive.

LA PISTA STATUNITENSE – Non meno complesso il raggio d’azione della “General Electric”, colosso statunitense, che ben si è radicato nel territorio italiano, fondato nel 1892 dal noto inventore Thomas Edison. La cordata di imprenditori che i media considerando attualmente in pole è, infatti, controllata dalla multinazionale a stelle e strisce, che non intende mollare la presa sull’Italia: nel 2012 ha conquistato “Avio”, nota azienda che opera nel settore aerospaziale, e che starebbe guardando tramite la divisione Trasporti alle controllate di Finmeccanica, cioè “Ansaldo Sts” e “Ansaldo Breda”. Le relazioni della General Electric, che in Italia conta 7700 dipendenti in più di 20 sedi, con il governo italiano sono buone, del resto era stato il Governo Monti a dare il via libera per l’operazione Avio. Ora il possibile sbarco nel settore calcistico. Qualche contatto con lo sport, però, c’è già stato: dal lavoro per l’illuminazione alle Olimpiadi invernali di Torino 2006, a quelle di Londra 2012, a cui la GE ha contributo con la fornitura di apparecchiature mediche per i controlli anti-doping, per finire alle attuali Olimpiadi invernali di Sochi. Se la famiglia del Qatar ha un settore d’investimento sportivo ben radicato, la General Electric si ritroverebbe per la prima volta ad occuparsi non solo di calcio, ma in particolare della gestione di un club. Restano oscuri in entrambi i casi i piani e progetti in ballo per il Cagliari.