2014
Dessena e i lacci contro l’omofobia: «Gli insulti? Sono più felice dei complimenti»
Daniele Dessena è tornato a parlare sulla questione dell’omofobia: il giocatore del Cagliari si è schierato contro, indossando dei lacci simbolici color arcobaleno nella gara contro l’Inter. Le dichiarazioni, che si leggono oggi sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, affronta nuovamente l’argomento, ignorando gli insulti arrivati dal web: «Niente polemica, sono più felice dei messaggi di solidarietà che mi sono arrivati da amici e colleghi che hanno sentito molto questa vicenda. Quelli che mi hanno insultato, in fondo, erano pochissimi, quattro o cinque in tutto, non devo curarmi particolarmente di loro». Il tema caldo resta chiaramente quello dell’omofobia: «L’ignoranza va abbattuta, andava fatto da subito e non dovevamo arrivare a questo punto, mi sono innervosito e ho sbottato perché in questa cosa credo. I miei compagni l’hanno presa benissimo. Anche alcuni di loro hanno approvato e appoggiato l’iniziativa e domenica useranno i lacci arcobaleno, uno di loro sarà Pinilla che ha già sposato questo progetto anche se per un disguido domenica non li ha messi. In casa mia sono orgogliosi, devo ringraziare però l’educazione che ho avuto, è stata fondamentale. Mio padre, Bachisio, ha insegnato a me e mio fratello che il rispetto è importante. Anche a mio figlio Tommaso, che ogni settimana vedo a Parma, insegnerò che prima di tutto c’è il rispetto. Non bisogna giudicare, è una mancanza di rispetto.»
C’è anche tempo per parlare di calcio giocato, con riferimento all’ultima gara interna del Cagliari contro il Livorno, dove Dessena ha sbottato con il pubblico dopo essere uscito dal campo: «La risposta ai fischi del Sant’Elia? In realtà li spronavo a sostenere un giocatore appena entrato»