2014
Lopez: «Esonero? Rischi del mestiere, ma ora stiamo risalendo»
Nell’imminenza di un ennesimo scontro salvezza come quello che vedrà il Cagliari ospite del Catania stasera al Massimino, Diego Lopez fa il punto della situazione e affronta diversi temi di interesse in casa rossoblù.
Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport il tecnico uruguagio parla di salvezza, di stabilità della panchina; tocca l’argomento stadio e stila una formazione ideale dei suoi anni a Cagliari.
ESONERO E STADIO – L’allenatore rossoblù sa quanto conti il gruppo, in campo ma anche di fronte a vicende esterne che rischierebbero di distrarre la squadra: «Con 28 punti non siamo fuori ma la strada è giusta. Con il Catania dobbiamo giocare a calcio. Serve testa e tanta determinazione. L’esonero è un rischio del mestiere. Ma ho sempre avuto la fiducia del presidente. L’anno scorso ne abbiamo perse sei di fila e mi incoraggiava. Siamo concentrati sul campo. Ma si parla di cessione del Cagliari e di Leeds più che del disastro stadio: una vergogna per il calcio italiano nel mondo. Con il Sant’Elia al completo avremmo più punti. Valore aggiunto? Lavoro e gruppo solido. Gli abbracci dopo il 3-0 con l’Udinese spiegano la nostra forza».
I SINGOLI – Come tutti i tecnici, Lopez non ama soffermarsi troppo sui singoli, ma non si tira indietro quando c’è da commentare lo stato particolare in cui si trovi un suo giocatore: «Murru ha 19 anni, sta maturando. Credo in lui anche se gioca Avelar. Sau passa un periodo un po’ così. Anche avergli tolto il gol regolare con la Samp, inquadra il momento. Ma saprà cogliere l’occasione. La chiamata di Prandelli è un bel segnale. Cossu, Conti, Nené e Avramov in scadenza di contratto, problemi? No. Chi gioca ha la mia fiducia e quella della società».
TOP 11 – Guardando indietro l’ex numero 6 rossoblù può scegliere una formazione ideale da un ventaglio ampio di giocatori, visti i suoi lunghi trascorsi a Cagliari in anni che hanno visto momenti felici ed altri più tesi: «Chimenti, Pisano, io, Bianco e Agostini. In mediana Abeijon, Conti e O’Neill, Zola dietro Muzzi e Suazo. In panca, Marchetti, Villa, Maltagliati, Astori, Gobbi, Beretta, Langella e Matri. Mica male. Momento più difficile? Il secondo anno della B, mi pare nel 2001. Ci cantavano “Se scendete in C…”. Arrivò Sonetti, ci salvammo. Allenatori da cui ho imparato? Allegri per la gestione del gruppo, Ventura per la preparazione della partita, Giampaolo per la tattica. Cellino? Abbiamo un dialogo normale, continuo e senza pressioni».