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2014

Equilibristi sopra un filo

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E’ severamente vietato piangersi addosso.
E’ vero che Destro porta a casa il pallone dopo una tripletta, ma se l’arbitraggio fosse stato corretto dal principio, Destro non avrebbe segnato neanche il primo dei suoi goal perche’ in campo Destro, non ci doveva proprio essere.
Il suo fallo su Astori e’ stato evidendemente da cartellino rosso, ma chissa’ perche’ interpretato in modo esattamente opposto dall’arbitro di turno.

Detto questo, che a onor del vero andava sottolineato, chi e’ causa del suo mal pianga se stesso recita un detto e allora, spazio alle critiche piu’ disparate nei confronti del solito Cagliari, che affronta le partite nel solito modo, con i soliti errori, con le solite scelte sbagliate di mister Lopez che da tempo immemore ormai brancola nel buio.

Pinilla sembra uno passato di là per caso al quale hanno consegnato maglia e scarpette e chiesto di giocare, ma Lopez non ha avuto il coraggio di sostituirlo neppure al secondo tempo dopo che ha ciondolato in campo per tutti i minuti a sua disposizione.

Sau oramai e’ un capitale dimenticato in panchina, gli stanno facendo fare praticamente la fine del Sant’Elia: aspettando che crolli da solo per non prendersi alcuna responsablita’.

Ibarbo, sarebbe dovuto essere sfruttato nel primo tempo, quando gli spazi erano adatti al suo gioco, invece, inserito come al solito al momento sbagliato, risulta totalmente ininfluente.

Dopo un avvio sprintoso, inizia la parabola discendente del Cagliari: primo goal della Roma che arriva in contropiede, in un’azione alla “viva il parroco” che farebbe scattare dalla panchina chiunque, invece no, Lopez resta fermo, mummificato, non cambia una virgola nell’assetto della squadra e tira dritto a 180 all’ora contro un muro, verso il secondo goal della Roma, che arriva anch’esso in contropiede a dimostrare sul campo, semmai ce ne fosse bisogno, la netta supremazia della squadra di Garcia e la totale arrendevolezza di quella di Lopez.

E’un capitombolo… di quelli che fanno molto male, di quelli che lasciano il segno.
Forse contro la Roma ce lo aspettavamo, ma considerato che a 6 giornate dalla fine ancora non siamo salvi e che le dirette concorrenti cadono ma poi si rialzano, no non accettiamo di perdere con questa poca dignita’.

A fine partita, squadra sotto la curva richiamata dagli ultras: “Se andiamo in B non ve lo perdoneremo” queste sono piu’o meno le parole usate per richiamare i calciatori ad un’attenzione che in troppe circostanze e’ venuta a mancare.

Troppe domeniche passate ad aspettare una prova d’orgoglio che non e’ mai arrivata.
Lo spettro dell B non e’ poi cosi lontano, abbiamo cercato di essere ottimisti, veramente al di la di tutto, dello stadio, della societa’ latitante, delle parole poco carine del presidente, ma ora abbiamo paura davvero e non ci meritiamo una fine cosi.

E contro il Sassuolo domenica, deve suonare tutta un’altra musica.

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