2014
Pinilla racconta il suo Mondiale: «Siamo stati a un centimetro dalla gloria»
Mauricio Pinilla, portato al Mondiale dal ct cileno Sampaoli che ha puntato su di lui a partita in corso in un paio di occasioni, alla fine è diventato praticamente il volto-simbolo della Roja in uno dei momenti più alti della storia sportiva del Cile.
Il centravanti del Cagliari, segnalatosi anche fra le pagine rosa come vincitore del concorso per il calciatore più avvenente della Coppa del Mondo, ha fatto parlare di sé in campo e fuori.
UN MALEDETTO CENTIMETRO – Sul terreno verde l’immagine che resta negli occhi è quella traversa al 120° colta contro il Brasile. Per un soffio il Cile non ha eliminato i padroni di casa con quello che sarebbe stato letale quanto un golden gol. In un’intervista per il canale La Red, Pinilla ha rivissuto gli attimi di quella sliding door: «La giocata è stata molto rapida. Siamo saltati su quel pallone, ho spostato il difensore e ho scambiato con Alexis Sanchez. Thiago Silva ha perso coordinazione, io ho calciato con l’anima e senza pensarci due volte. Quel pallone è andato dritto per dritto, se fosse entrato oggi non saremmo qui a parlare. Comunque la gloria non sarebbe stata tutta mia. Il tatuaggio non significa che ci sia andato vicino io, Mauricio Pinilla, ma che tutti i cileni sono stati a un passo dal tripudio. Da qui in avanti il Cile potrà andare molto lontano. Quello resterà sempre un momento magari non dei più importanti, ma sicuramente uno dei più rappresentativi per i nostri tifosi».
SAMPAOLI – Il ct della Roja è a suo modo l’artefice di questa avventura di Pinilla: il numero 51 del Cagliari è rientrato nel giro della nazionale dopo tanto tempo proprio per scelta di Sampaoli. Pinigol non dimentica e tratteggia la figura del selezionatore: «Mi ha fatto vivere una delle esperienze più belle della mia vita, indimenticabile. E’ una persona che vive di calcio, di ciò che rappresentano la tattica e tutto il resto. Lavorare con lui mi ha fatto crescere come uomo e come sportivo».
LA RISSA – Negli spogliatoi del Mineirao si sono vissuti attimi concitati durante l’intervallo di quella gara fatale per i cileni. Il capo dell’ufficio stampa brasiliano è stato squalificato dalla FIFA perché reo di aver aggredito lo stesso Pinilla, che non ha nascosto l’insoddisfazione per una sanzione ritenuta troppo blanda. La versione di Mauricio: «Scendevamo nel tunnel quando si sono avvicinate due persone del Brasile. La prima ha litigato con Desio e lo ha spinto: io li ho separati e ho sentito che mi arrivava un colpo da dietro. Mi giro, e vedo che si tratta del responsabile delle comunicazioni per la Federazione Brasiliana. Spero che non possa più lavorare, non ha la mentalità per fare quel tipo di lavoro».
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