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Legrottaglie: «Cagliari ambizioso, piazza bellissima»
Nicola Legrottaglie, vice allenatore del Cagliari, si racconta: il ritorno in Serie A da allenatore, l’approccio con la piazza sarda ed il progetto di Giulini
Sulla panchina rossoblù da oltre due mesi, Nicola Legrottaglie è stato ospite della trasmissione “Italia nel Pallone” in onda stamani su Radio 2. Il vice allenatore dei sardi ha parlato del passaggio da giocatore ad allenatore e dalle impressioni suscitate dalla piazza isolana. Quella condivisa con Rastelli è la prima panchina di Serie A per l’ex giocatore, tra le altre, di Juventus e Catania: «E’ una bellissima esperienza, è come se fossi tornato a casa. Ho vissuto 10 anni (da giocatore, ndr) in questo ambiente, tornarci è stato bello perchè ho vissuto i miei momenti, anche se da allenatore ma l’ambiente è uguale. Sono molto contento, ringrazio Massimo Rastelli ed il Cagliari per questa opportunità. Ad Asseminello si sta benissimo, Cagliari mi ha sorpreso: la società è seria, la città bellissima ed i tifosi sono molto calorosi. E’ una bellissima piazza. Salvezza? Da quel punto di vista siamo tranquilli, conoscendo il club ed il presidente credo che si stiano mettendo delle basi importanti per crescere. Il presidente è molto ambizioso: credo che questo sia un anno di transizione per mettere una base forte per il futuro».
DAL CAMPO ALLA PANCHINA – Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo Legrottaglie ha ritrovato la Serie A, ma con un ruolo diverso: «La differenza? Sicuramente crescono i pensieri: da allenatore pensi ventiquattrore al giorno sempre a cosa fare e come mettere a tuo agio i tuoi giocatori. Non è facile fare l’allenatore, è una sfida. Tu sei il leader di un gruppo che devi portare ad un obiettivo: devi mettere gli altri prima di te. Da calciatore succedeva, e succede, il contrario: metti sempre prima te stesso e poi gli altri. La grande differenza tra giocatore ed allenatore è la crescita umana. Io consiglio ai calciatori d’oggi di portarsi avanti, di iniziare a pensare a mettere il noi prima dell’io. Raccontare i miei sbagli per evitare che i giocatori perdano tempo è la cosa che più di da gioia, a me piace sempre lasciare esperienze di vita alle persone», ha concluso il vice allenatore rossoblù.