2014
Giampaolo: «Nel mio Cagliari avrei visto bene Cossu, ma Cellino…»
Marco Giampaolo ha parlato ai microfoni di Radiolina durante la trasmissione “Il Cagliari in diretta”. Quello allenato dall’ex tecnico rossoblù era un Cagliari diverso da quello odierno. Nuova società, un allenatore come Zeman, votato al calcio offensivo: «Il Cagliari da diversi anni sta lavorando per un calcio diverso, assestandosi in posizioni di classifica abbastanza soddisfacenti. Zeman è un allenatore che ha bisogno di una rosa di calciatori che siano in grado di soddisfare il suo credo calcistico. Giampaolo-Zeman come tesi e antitesi? Il mio era un Cagliari diverso da quello del boemo. Cellino la definì una squadra piratesca, riusciva a fare risultato grazie alle individualità. Io invece volli puntare sul collettivo, volevo un calcio meno individuale. Per diversi anni il pacchetto difensivo è stato praticamente lo stesso, poi c’è stato l’innesto di Rossettini, che ho allenato a Siena. Confido molto nel ritorno di Francesco Marroccu, che ritengo sia uno dei migliori dirigenti con i quali io ho lavorato. Zeman è costretto a difendersi così perché le sue squadre giocano molto in avanti. Una linea che arretra va in contraddizione con il suo credo calcistico. Rossettini è un giocatore completo, con Astori formava una coppia perfetta. Luca ti permette di cominciare l’azione da dietro, è forte di testa, bravo nell’impostazione. Lo consigliai anche alla Juventus, ma poi un infortunio lo frenò. È chiaro che sostituire Astori è molto difficile. Capuano è un giocatore che Zeman ha avuto a Pescara, io non l’ho mai allenato, non lo conosco. I gradoni? A Pescara sono un dogma (ride, ndr). Zeman qui ha vinto convincendo, a Cagliari invece si è sempre lavorato diversamente. Quando hai un’idea diversa è sempre difficile trasmetterla agli altri».
GLI ESTERNI DI GIAMPAOLO- Il tencico di Bellinzona ha infine parlato di Langella, Esposito e Cossu: «La pallonata di Langella? Con Antonio non ho mai avuto problemi particolari, non ho mai avuto discussioni con lui. Non fu lui a darmi quella pallonata, ma Del Grosso, che mi colpì involontariamente al volto. Io vedevo bene nel ruolo di ala sinistra Cossu, che però venne ceduto nell’ultimo giorno di mercato. Langella, così come Esposito, non era adatto a giocare nella fascia opposta al suo piede, sbagliai io a insistere. Il mio primo esonero a Cagliari? Già prima della sconfitta di Udine sapevo che sarei stato esonerato, non c’erano le condizioni per andare a fare risultato».