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Cagliari, Capozucca: «Addio meditato, nessun contrasto con Rastelli»
E’ appena terminata la conferenza stampa di Stefano Capozucca. L’ormai ex ds rossoblù ha ripercorso i due anni nel Cagliari non nascondendo la commozione
Nel pomeriggio Stefano Capozucca ha tenuto l’ultima conferenza stampa della sua avventura in rossoblù. Negli scorsi giorni il club isolano ha comunicato l’interruzione consensuale del rapporto tra le parti: non ci sarà il rinnovo di un legame che durava da due anni. L’ex uomo mercato di Livorno e Genoa arrivò in Sardegna nell’estate 2015 per ricostruire la squadra che ha trionfato in Serie B ed era stato confermato al termine della stagione, portando avanti un mercato brillante con gli arrivi di Isla, Borriello e Bruno Alves. Nei prossimi giorni il club comunicherà il suo successore: in pole c’è Giovanni Rossi, reduce dalla lunga e proficua esperienza al Sassuolo intervallata da tre anni alla Juventus nel ruolo di responsabile del Settore Giovanile.
Ad aprire la conferenza stampa il direttore commerciale, marketing e comunicazione Mario Passetti: «Ringraziamo il direttore per quanto fatto insieme a noi, capita di separarsi serenamente e questo è il caso. Non mi tornano certe definizioni di separazione traumatica che ho letto in giro. Il presidente aveva indicato la gara contro il Milan a cavallo della quale avremmo fatto le scelte, tutto procede con serietà e serenità».
CAPOZUCCA – Parola poi al ds: «Ci tenevo a fare questa conferenza stampa per salutare, la mia partenza non è un fulmine a ciel sereno. E’ meditata da tempo, aspettavamo il momento giusto per ufficializzare. La mia decisione, condivisa dal presidente, precede il Trofeo Sardegna. Non vado via da Cagliari perché abbia un’altra squadra, spero di trovarla ma al momento non c’è. Ci tenevo a fare queste precisazioni perché ho letto tante cose in giro che mi hanno colpito: non pensavo di essere così benvoluto a Cagliari, l’affetto dei tifosi mi ha commosso. Non è facile commuoversi alla mia età ma è successo, il ds è una figura importante ma non di spicco come i calciatori o il presidente. Qui la gente mi ha voluto bene, parlo della gente di questa città che mi ha insegnato ad amarla. Le differenze di idee sulla programmazione mi portano ad andare via ma auguro il meglio a tutti. Ringrazio chi mi ha aiutato in questi due anni, ci sono persone a cui lascio un pezzo del mio cuore (si commuove e si interrompe, ndr). Vado via con dolore ma sono anche felice per aver potuto conoscere questa splendida realtà. I calciatori mi hanno fatto questo regalo che ho gradito tantissimo e significa molto per me». Mostrando la maglia rossoblù firmata regalatagli dalla squadra, Capozucca ha poi raccontato di non essere riuscito a trattenere la commozione: «Nello spogliatoio ci sono persone più legate a me e altre meno, ma è naturale. A proporre l’idea della maglia sono stati loro, quando Sau me l’ha consegnata non nascondo che ho pianto».
IL RAPPORTO CON RASTELLI – «Quando dico che non ho mai contattato nessun allenatore mi devono credere, io non ho mai sentito nessuno e per me il mister è sempre stato Rastelli. Sono fiero di averlo portato fino a fine stagione, gli esoneri sono fallimenti per un ds. La mia scelta non è dettata da alcuna divergenza con Massimo Rastelli, con cui ho condiviso due stagioni importanti e nessuno ci toglie la vittoria di un campionato e la salvezza. Non c’entra il rapporto con lui, specialmente in questa stagione abbiamo sempre avuto unità di intenti. Rastelli è al primo anno di Serie A, sappiamo quanto siano diverse le due categorie. Delle neopromosse retrocedono quasi sempre due squadre subito, ci sono differenze fisiche e tecniche per non parlare degli introiti dei diritti tv. Sarà sempre peggio, le più grandi vinceranno in casa e fuori perché c’è troppa differenza di introiti. il discorso vale anche per gli allenatori, il salto di categoria è enorme ma lui ha capito in fretta. Se abbiamo avuto dei piccoli screzi tecnici è normale e credo che lui sia anche contento di essersi confrontato. L’esperienza aiuta a migliorare, Rastelli crescerà ancora perché ha grandi qualità».
I MOMENTI DELL’ESPERIENZA ROSSOBLU – «Il momento più bello di questi due anni non è la promozione di Bari, è stato gennaio 2017. La squadra stava attraversando un periodo difficile a dicembre, è stato uno dei momenti più importanti della mia carriera. Eravamo in difficoltà, molti volevano andar via e altri chiedevano la testa dell’allenatore. Invece che andare in vacanza sono andato a trovare tutti e a parlare, mettendo a posto il problema. Per questo dico che esserci riuscito è la cosa più bella. Il momento più brutto lo vivo oggi ma non come ds: come uomo sono addolorato di andare via. Ma sono fiero di poter dire in futuro che sono stato a Cagliari. Ho deciso da un po’, ci meditavo ma la scelta è arrivata a Olbia. Un rammarico in questi due anni? Qualcuno c’è, ma resta dentro il mio cuore. Avrei voluto avere più coraggio in certi momenti, ma ho rispetto per le persone e non ho mai detto a qualcuno di mandar via qualcun altro. Non mi riferisco a Rastelli, tanto per precisare. Mi auguro che Massimo Rastelli rimanga, il presidente sa quanto lo stimo. Quando ho comunicato la mia decisione alla squadra ho detto anche che ero deluso per la goleada di Reggio. Può capitare l’imbarcata con le big, ma contro il Sassuolo fa più male. Non dimenticherò mai l’accoglienza a Elmas di rientro da Bari. Una folla festante alle tre del mattino, la missione compiuta… È stato un momento meraviglioso. Sono arrivato qui e alla prima amichevole sono stato insultato, in questi giorni ho ricevuto telefonate dal famoso gruppo degli Sconvolts in cui mi hanno detto di essere dispiaciuti della mia partenza: lo considero un altro piccolo successo».
SU GIOVANNI ROSSI – «Lo conosco dato che sono uno dei direttori sportivi più esperti in Italia. Sono sulla piazza da tanto tempo, conosco anche lui seppure non abbiamo fatto particolari operazioni insieme».