2014
Ulivieri: «Zeman? Un maestro. Dategli tempo»
Due dei tecnici più esperti del campionato italiano si affrontano stasera per il turno infrasettimanale. Una sfida delicata sia per Zdenek Zeman che per Giampiero Ventura, perché il Cagliari ed il Torino stazionano all’ultimo posto in classifica, anche se siamo soltanto alla quarta giornata di campionato. Di loro ha parlato Renzo Ulivieri, presidente dell’associazione allenatori, che conosce bene i suoi colleghi: «Sono due maestri di calcio. Insegnano e favoriscono la maturazioni dei giovani giocatori e non solo. Cosa notevole di questi tempi. Il boemo è molto noto a livelli generali, anche tra i tifosi. Ventura invece è molto apprezzato soprattutto dagli addetti ai lavori», ha dichiarato Ulivieri ai microfoni di Tuttosport.
Entrando nello specifico delle caratteristiche del tecnico boemo, l’ex allenatore ha spiegato: «Zdenek non abbandona mai le sue idee di calcio. Neppure ci si discosta e forse questa sua coerenza è la sua forza. Ricordiamoci, poi, che il boemo non si è limitato ad allenare soltanto squadre di secondo piano, anzi… Il suo valore è indiscutibile».
E sulle difficoltà del Cagliari in questo avvio di stagione: «Cambiare non è mai semplice. Il Cagliari ha ricostruito un’intera squadra ed è arrivato un allenatore, Zeman, che ha bisogno di tempo per imporre le proprie idee e vederle realizzate in campo. Normale quindi che adesso i rossoblù siano ancora in rodaggio».
L’attenzione poi si sposta sui problemi del calcio italiano e sulla necessità di lanciare i giovani italiani e limitare il numero di stranieri: «Il vero problema è che ci sono troppi stranieri anche nei settori giovanili e questo aspetto deve indurre tutti i protagonisti del calcio a una profonda riflessione. Ora per gli stranieri che sono nati in Italia non ci deve essere nessun problema anzi io accelererei il loro inserimento. Per chi non è nato nel nostro Paese porrei dei limiti. Numero chiuso per i “grandi”? Difficile perché siamo all’interno della comunità europea. Semmai vedrei una soluzione migliore in un accordo tra i club. I nostri giovani giocano poco, hanno pochi spazi e ancor meno tempo per imparare».