Dal flop col Toro all’impresa di San Siro: cos’è cambiato?

In quattro giorni Zdenek Zeman è passato da allenatore vecchio, fallito, superato e da esonerare per bene del Cagliari a maestro di calcio. Succede quando dopo tre sconfitte consecutive sbanchi San Siro, battendo addirittura per 1-4 l’Inter, destinata ad essere fino a settimana scorsa la terza forza del campionato. Per parlare di un ritorno di Zemanlandia è ancora presto, prima bisogna trovare continuità. Sabato bisogna assolutamente confermarsi a Verona contro l’Hellas per dimostrare che il calcio del boemo è ancora adatto alla Serie A moderna.

Ma cos’è cambiato dalla sconfitta contro il Torino alla vittoria di domenica? Tanto. Ad iniziare dall’atteggiamento e dalla personalità mostrata. Nel turno infrasettimanale con i granata il Cagliari era partito bene, segnando il gol del vantaggio, ma dopo quei dieci minuti di follia, che hanno permesso alla squadra di Ventura di ribaltare il risultato, è sembrato spegnersi qualcosa. Il giocattolo, che aveva fatto tanto bene con l’Atalanta seppur perdendo, era già rotto? Quei 18 tiri, di cui appena uno (su rigore) entrato in porta, avevano influito psicologicamente sui ragazzi rossoblù? E se i metodi di Zeman non andassero bene allo spogliatoio? Tutti dubbi spazzati via dalla goleada di San Siro. Il gioco zemaniano si è finalmente visto e fatto apprezzare da tutti i tifosi, non solo rossoblù. Triangolazioni, occasioni da gol create, senza paura di scoprirsi. Un improbabile Ekdal goleador, un Sau che finalmente attacca lo spazio, un Cossu che corre come un ragazzino sulla fascia, un Ibarbo ancora naif (come l’ha definito ZZ) ma che quando vuole è capace di saltare chiunque. L’equilibrio si è trovato a centrocampo, con la prima di Dessena da titolare e un Balzano che ha attaccato e coperto, esattamente come vuole Zeman. La squadra deve ancora crescere e quella di San Siro è solo una partita da cui ripartire per trovare altri risultati, giocando, se possibile, ancora meglio.

Per dimostrare che non è stato un caso, con l’Hellas è obbligatorio trovare la continuità che occorre per raggiungere il prima possibile la salvezza.