2014
ESCLUSIVA Diablo, lo speaker rossoblù: «Cagliaritano da sempre! Vi racconto come è nato tutto»
Società nuova, speaker nuovo. Il Cagliari ha affidato la postazione dello speaker a un tifoso particolare. Lui si chiama Alessandro Spedicati, ma in realtà da queste parti, ma non solo, è conosciuto come Diablo, il frontman dei Sikitikis. Insieme alla sua band ha prodotto “Cagliari nel cuore”, il nuovo inno ufficiale del Cagliari Calcio. Un inno che è stato costruito sulla musica di uno dei più grandi successi dei Sikitikis, ovvero “Voglio dormire con te”. Tanti gli argomenti affrontanti con Diablo: dalla nuova società fino a Zeman, passando per la sua passione per il Cagliari. C’è stato spazio anche per chiarire qualche parola mal riportata. Ma andiamo con ordine
COME E’ NATA LA COLLABORAZIONE – Diablo ci spiega tutto il percorso che ha portato al nuovo inno e alla sua scelta come speaker rossoblù: «La storia del nuovo inno del Cagliari è iniziata già con la vecchia società. Con l’arrivo della nuova società guidata dal presidente Giulini, che si è rivelata forse un po’ più sensibile rispetto a questo tipo di iniziative, mi è stato chiesto di produrre l’inno per il Cagliari. Soltanto successivamente mi è stato proposto di fare lo speaker allo stadio, visto anche il feeling che è nato con la società durante la creazione della canzone. Un feeling che spero possa far sbocciare altre collaborazioni con questa società. All’interno del Cagliari Calcio ci sono professionisti che conoscono bene il mondo della comunicazione. I ragazzi che già da prima si occupavano della comunicazione , mi riferisco in particolare a Federica Vargiu, Alessio Busi e Alessandro Steri, erano e sono dei ragazzi talmente preparati che quando è arrivata la nuova società ha trovato del terreno fertile da questo punto di vista. Loro avevano già tante idee e questa nuova società ha deciso di dare gambe a tutto ciò».
DIABLO LO SPEAKER – Ecco cosa c’è attorno alla figura dello speaker del Cagliari: «Fare lo speaker, è vero, forse è un lavoro circoscritto al discorso della partita, ma la scelta di prendere uno come me che ha già una certa dimestichezza e confidenza con un numero elevato di fans, significa che dietro a questa scelta c’è tutto un percorso che poi è sfociato nella proposta di farmi fare lo speaker. La mia presenza allo stadio è solo un pezzo di un mosaico che potremo vedere completo quando si andrà a pieno regime con l’apertura della Curva Sud. Nella prima partita contro l’Atalanta ero molto emozionato, il giorno prima avevamo fatto le prove con un caldo pazzesco affinché fossimo sicuri che tutto andasse per il meglio. Non riesco a non farmi coinvolgere da tutto il contesto legato alla partita. Vengo letteralmente assorbito e il poter sfogare tutta questa passione ed energia nella lettura delle formazioni, per me è stato molto terapeutico. Con Mario Passetti, direttore marketing del Cagliari, abbiamo deciso che per la prima volta lo speaker del Cagliari avrebbe letto le formazioni da bordo campo. Non si fa da tutte le parti, so che lo fanno a Napoli e a Milano con l’Inter. E’ la prima volta che lo speaker del Cagliari si espone così, ed è un tratto che fa parte del mio modo di rapportarmi col pubblico. Perché io posso dare tutto me stesso soltanto se il pubblico ce l’ho davanti. Fino ad ora il vantaggio col Torino di Cossu, nonostante sia stato una rete illusoria, è stato il gol che mi ha emozionato di più fino ad ora».
L’INNO E LE POLEMICHE – L’inno rossoblù ha avuto un percorso del tutto naturale: «La canzone già esisteva. Quando avevo sentito per la prima volta alcuni pezzi di “Voglio dormire con te”, con le parole adattate ad un gol del Cagliari, mi è venuta subito la voglia di provare a prendere quella musica e da lì creare una canzone per il Cagliari. Perché, facciamo attenzione, l’inno non è altro che una canzone che diventerà un inno vero e proprio soltanto quando tutti i tifosi l’adotteranno. Fino a quando questo non avverrà mi piacerebbe poter parlare non di inno, ma di canzone per il Cagliari. Adesso è troppo presto per dire che è un inno, anche perché c’è una parte di tifosi che ha accolto con entusiasmo la canzone e poi c’è un’altra parte che è rimasta un po’ scettica rispetto a questa scelta. Come l’hanno presa i miei fan? E’ successa la stessa identica cosa con loro. C’è da dire che, in ogni caso, le due canzoni hanno identità diverse».
Il nuovo speaker rossoblù mette a tacere alcuni rumors: «Vorrei cogliere l’occasione per chiarire un fraintendimento: qualcuno ha detto e ha scritto che io avrei fatto questo inno per farlo cantare ai ragazzi della Curva Nord. Questo non è assolutamente vero. Io ho scritto questa canzone affinché i tifosi rossoblù possano identificarsi in questa e cantarla. Poi conosco l’ambiente rossoblù e so bene che gli Ultras della Curva Nord hanno già le loro canzoni, hanno una loro identità che è slegata completamente dalla società e quindi a mosse come quella di proporre una canzone per il Cagliari. Rispetto il loro spazio e mi dissocio da ciò che è emerso nei giorni scorsi».
NATO ROSSOBLU’ – Un rossoblù tutto di mamma: «E’ stata mia madre a trasmettermi la passione per il Cagliari. Fin da quando ero piccolissimo mi ha sempre portato all’Amsicora. Lei è una supertifosa già dal grande Cagliari dello scudetto. Ho ereditato questa passione da lei. Ad esempio, mio padre, che non è di Cagliari e poco gli importa del calcio, non è riuscito a trasmettermi la sua passione per i motori. Ho iniziato a frequentare lo stadio Amsicora a 14 anni quando il Cagliari era in Serie C. Mi sono goduto tutte le grandi sfide: dal triplo salto dalla Serie C alla Serie A, fino alla Coppa UEFA e alle salvezze dell’ultima giornata. Il Cagliari che racconterò a mio figlio sarà quello degli uruguaiani Herrera, Francescoli e Fonseca. Una delle esperienze più belle che ho vissuto è stata la rovesciata di Fonseca a Marassi contro la Sampdoria. Era una delle mie prime trasferte. Un ricordo meraviglioso».
ZEMAN E LA SCOMMESSA – Diablo è uno zemaniano della prima ora: «Zeman? L’ho conosciuto il giorno della presentazione della squadra dell’Arena Sant’Elia. Mi ha fatto un’ottima impressione. E’ un uomo con grande senso dell’ironia. Dal punto di vista calcistico è senza dubbio l’allenatore più interessante del nostro campionato. In tanti giustificano il proprio disappunto nei confronti di Zeman dicendo che non ha mai vinto nulla nella sua carriera. Io la penso diversamente: basti pensare a Verratti, che fino a qualche anno fa giocava in Serie B mentre adesso fa gol al Barcellona in Champions. Questa è una vittoria tutta di Zeman, perché è lui che ha inventato quel tipo di giocatore. Anche nel Cagliari abbiamo avuto tanti esempi di giocatori con grande talento ma non son riusciti a ottenere il massimo proprio per via dell’allenatore non adatto a loro. Pensiamo per un attimo a Cossu: il fantasista rossoblù, prima di esplodere definitivamente è dovuto arrivare a Cagliari e grazie a Ballardini e Allegri ha pure trovato la Nazionale a trent’anni. Adesso con Zeman sta ritrovando la forma giusta e spero la trovi anche Sau. Sono sempre stato uno zemaniano della prima ora, da quando allenava il Foggia di Signori fino al Pescara. Lui è l’uomo giusto per questo Cagliari. Un Cagliari che ha bisogno di ritrovare il bel calcio e che grazie a questo acquisisca la forza per raggiungere grandi obiettivi. Questo è l’anno-zero e abbiamo fatto quattro gol a Milano. Ne vedremo delle belle.
Ekdal è il giocatore che mi ha sorpreso di più, ma già dalla scorsa stagione. Anche Avelar è grande crescita. Sta facendo benissimo anche Balzano. Ma il giocatore in cui credo di più è Dessena. Faccio una scommessa, l’ho già detto anche a lui: quest’anno Dessena andrà in Nazionale. Lui mi ha mandato a quel paese, ma credo che Conte sia un allenatore che abbia un occhio di riguardo per i giocatori con carattere e la voglia di Dessena. Anche Balzano secondo me potrebbe avere qualche chance se dovesse fare un grande campionato. Ed è sulla buona strada».
Si ringrazia Diablo per la cordiale disponibilità.