Boninsegna: «Dualismo con Riva? Invenzioni, eravamo sempre insieme al Poetto» - Cagliari News 24
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2014

Boninsegna: «Dualismo con Riva? Invenzioni, eravamo sempre insieme al Poetto»

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Anche Roberto Boninsegna nel giorno dei 70 anni di Gigi Riva racconta il “suo” Rombo di Tuono. L’attaccante mantovano, a Cagliari dal ’66 al ’69, ha vissuto gomito a gomito col Mito prima di lasciare la Sardegna e tornare a Milano. Bonimba nel suo palmares non può annoverare lo storico scudetto cagliaritano, dato che rientrò all’Inter proprio alla vigilia di quella stagione indimenticabile. Ai microfoni di gianlucadimarzio.com racconta così quella sequenza: «Al posto mio arrivò Domenghini e anche per questo diventarono Campioni d’Italia. Scherzi a parte, alla fine di quell’annata dove arrivammo secondi, Scopigno mi prese da parte e mi disse che dovevano fare cassa e uno dei due doveva partire. Eravamo in quattordici, più un paio di ragazzini, troppo poco per puntare in alto. Riva non voleva saperne di andarsene e nemmeno io. Mi trovavo benissimo a Cagliari ed anche mia moglie si era ambientata ottimamente. Alla fine accettai, ma imposi una condizione: tornare all’Inter. E cosi fu».

IL MIO RIVA – Per quanto riguarda il presunto dualismo con il Mito, all’epoca indicato come una delle ragioni dell’addio, Boninsegna rivela che in realtà i rapporti erano e sono tutt’ora ottimi: «Abbiamo passato tre anni in camera assieme, quindi si può chiaramente capire quante ne abbiamo vissute. Riva, fuori dal campo, era un amicone. Magari dall’esterno poteva passare come persona scontrosa e introversa, ma in realtà era solo molto riservato. Eravamo sempre in nove all’osteria e Gigi tra di noi si lasciava andare, faceva venire fuori il suo vero carattere». I due si sentono ancora: «Spesso, abbiamo un bel rapporto. Ma è sempre stato così. Erano tutte invenzioni della stampa che non andassimo d’accordo. Sì, ogni tanto in campo ci capitava di litigare, ma finiva tutto li. Per esempio quando qualcuno gli faceva una brutta entrata, per fargli male, io ero il primo a difenderlo e a cercare di vendicarlo. E lui faceva altrettanto con me. Poi fuori dal campo eravamo sempre assieme, sempre al Poetto o a mangiare alla Stella Marina»

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