2015
Dalla prossima maledetta domenica
E’ sempre la solita storia, il Cagliari dorme per tutto un tempo per poi, sotto di un goal, inseguire invano un’avversaria che a quel punto ha già preso le misure della gara e difende tranquilla il proprio bottino. Cagliari–Inter sembra quasi la fotocopia della partita casalinga contro la Roma. Sant’Elia in grande spolvero per una delle big (o ex?) del campionato, serata strana, fatta di speranze ma anche di timori, tanti, troppi.
La prima paura si concretizza nel momento dell’ufficialità delle formazioni, con Sau fuori uso e Ekdal a casa malato, Zola rispolvera soluzioni adottate dal suo predecessore senza alcun buon risultato: Conti e Crisetig assieme non coesistono e non riescono purtroppo a costruire un dignitoso centrocampo. L’attacco è ancora una volta affidato a Cop che spreca tanto quanto Farias ai tempi di Zeman.
Il Cagliari sonnecchia per quasi tutto il primo tempo e l‘Inter prende possesso del campo, solo Brkic in odore di santità, salva per svariate volte la porta rossoblù.
Il secondo tempo si apre immediatamente con un goal dei nerazzurri, che preme ancora una volta su un nervo scoperto in difesa. Quanta ingenuità!
I soliti troppi interisti sardi fanno festa in casa propria per una squadra ritrovata che si è smarrita ormai da troppo tempo. Arriva la reazione del Cagliari, Zola butta nella mischia l’ex di turno che innescato da uno splendido M’Poku e dalla voglia di far bella figura contro la sua squadra, gioca qualche palla interessante. Il Cagliari preme il piede sull’acceleratore e gioca una buona mezz’ora, soprattutto gioca, ma è l’Inter a passare ancora una volta con un bel goal all’incrocio dei pali di Icardi sul quale san Brkic nulla può. Arriva anche il goal tanto cercato di Longo, ma come spesso capita sulla scia di una reazione troppo tardiva. Si spengono i riflettori al Sant’Elia, in questa notte che sa di beffa e di un terz’ultimo posto in solitudine.
Ma non è ancora finita, la speranza passa ancora una volta per casa e domenica arriva il Verona, diretta concorrente nella dura lotta salvezza. Attaccare ancora il Cagliari sarebbe ingiusto e sopratutto inutile, resta una luce in fondo al tunnel, resta la speranza poiché i punti in palio sono ancora tanti, resta il senso di vertigine che si prova a volte anche a stare in basso, maledettamente e troppo in basso.
Testa alta e pedalare, ora ci vuole tutto il coraggio degli uomini in campo e il sostegno dei tifosi sugli spalti, ma vogliamo undici leoni, perché come disse coach Al Pacino ai suoi uomini pronti a scendere sul campo di battaglia: “Io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare?“
E allora che reazione sia, ora, subito, dalla prossima maledetta domenica….