2015
La tela della sfortuna
Poteva e doveva essere un risultato decisamente diverso e invece ancora una volta, al Sant’Elia, dobbiamo cedere il passo alla sfortuna che non smette di perseguitarci. Fa male, troppo male, così.
Ma veniamo ai fatti: è stata una settima travagliata quella appena trascorsa, all’alba della quale era stata presa la decisione, reclamata a gran voce dal popolo, di far rientrare di corsa il boemo a Cagliari! “Anche in B ma con Zeman”: così i tifosi prendono posizione di fronte alle scelte criticabili e spesso tardive della società anche ieri contestata dalla nord.
Torna Zeman e si riaprono le danze, noi in fondo al nostro cuore sappiamo che sarà un’impresa difficile ma non impossibile perché con Zeman come condottiero tutto e il contrario di tutto può ancora capitare, ma bisogna vincere e bisogna farlo subito, a partire proprio dall’Empoli, diretta concorrente nella Lotta salvezza.
L’occasione è ghiotta, certo una manciata di giorni per preparare una partita così importante sono davvero un limite, ma Zeman proprio per questo, lavora più sull’aspetto psicologico che fisico e in campo manda una squadra di soldati agguerriti.
Il primo tempo del Cagliari è di quelli da applausi a scena aperta, di quelli da far venire le palpitazioni, di quelli che in questi ultimi due mesi ci sono mancati come l’aria.
Ma dopo uno splendido goal di piatto destro di Joao Pedro, la sfortuna è lì in agguato come un ragno a tessere la sua tela con pali, parate miracolose e goal sbagliati di un soffio e ancora non sapevamo che il peggio sarebbe arrivato sul finale. Il primo tempo si chiude con l’illusione di aver ritrovato il calcio fresco, pulito e divertente del maestro!
Finalmente, non aspettavamo altro!
Il secondo tempo invece il Cagliari precipita nell’oblio, si alza un vento nemico che rende difficile alcune azioni, pian piano lo spettacolo si spegne e l’Empoli fino ad allora costretto a restare nella propria tana, prende coraggio ed esce allo scoperto.
Minuto dopo minuto si fanno spazio la noia e la paura di rivedere ancora una volta un Cagliari allo sbaraglio, fino ad arrivare a quei maledettissimi 3 minuti di recupero, quando pregustavamo a prescindere i 3 punti, quando salutavamo il ritorno del calcio al Sant’Elia, quando avevamo ormai messo in tasca l’illusione di potercela fare davvero, Vecino gela tutti con un goal beffa a trenta secondi dal fischio finale. Non si fa in tempo neppure a capire cosa sia successo che l’arbitro dice che può bastare.
Ma non basta, non può davvero bastare a noi tifosi che abbiamo accarezzato il sogno di restare ancora in corsa per la serie A, non può bastare ai giocatori che ieri hanno messo anima e corpo in questa gara, non può bastare al mister che ha assaporato la sua prima vittoria interna e se la sarebbe meritata tutta. Non può bastare farci credere che magari ce la faremo a prescindere, ricordarci che comunque ci sono ancora tanti punti a disposizione perché così, fa troppo male e non si può accettare.
La sfortuna disegna scenari apocalittici, certo noi ingenui come pochi a non chiudere il risultato al primo tempo e a non blindare con i cambi la partita nel secondo, quando la condizione fisica e l’intensità della gara erano precipitate, ma così è davvero un prezzo troppo alto da far pagare al Cagliari e ai suoi tifosi e siamo stanchi di aspettare tempi migliori, perché la ruota sembra non voler girare mai dalle nostre parti.
I remi in barca non si tirano mai, soprattutto ora che abbiamo ritrovato il nostro condottiero, perché con lui tutte le partite sono aperte a qualsiasi risultato, pertanto testa alta, petto in fuori e se proprio dobbiamo affrontare anche la sfortuna, facciamolo come ieri nel primo tempo, facciamolo alla Zeman: Aggrediamola tutti insieme.