2015
Cadute di stile
Fa quasi tenerezza a guardarlo, questo Cagliari. Ogni domenica sembra la partita della svolta, proclami infrasettimanali che preannunciano battaglia sul campo, ma poi, il problema di questa squadra, è proprio che battaglia invece non è mai. Manca di tutto di più ai rossoblù, manca la grinta, il carattere, l’identità, la cattiveria, giocatori degni di categoria, ma soprattutto manca la voglia di vincere.
Ma purtroppo questo lo abbiamo ripetuto piu’ e piu’ volte, 21 punti in 29 partite sono un bottino davvero magro per una squadra che vuole salvarsi e a dirla tutta, vedendo queste 11 anime in pena in campo, non si capisce chi in realtà voglia salvarsi davvero.
Allora, per mischiare sacro e profano nella partita che precede la Santa Pasqua, con un pizzico di rassegnazione ci auguriamo che Il Cagliari possa risorgere presto, dalla categoria inferiore o ovunque dovesse trovarsi alla fine di questo campionato. Risorgere e risollevarsi, c’è da rifondare la squadra, da dare un’identità ben precisa che non è fatta di slogan appesi in quel che resta del Sant’Elia, né da speranze affidate ad una coreografia fatta di carta e improvvisata.
Non è forte chi non cade mai ma chi impara dagli errori fatti. Per capire a fondo l’attaccamento della gente a questi colori, forse bisogna proprio essere sardi o almeno ragionare da tali, questo significherà fare mea culpa, risollevare la testa e ritrovare l’orgoglio e la dignità perduti, significherà crederci ogni domenica al massimo, significherà far sentire la propria voce, con impavida fermezza e sopratutto inculcare a chiunque indossi questa gloriosa maglia, i principi e i valori che rappresenta per il popolo sardo.
Buona Pasqua di resurrezione a tutti noi, a chi in questa salvezza ci ha creduto, a chi non lo ha mai fatto e a chi ci crede ancora.
Cadere non significa strisciare verso il basso, ma guardare e puntare verso l’alto.