2015
Festa ridisegna il Cagliari: «Cercherò di portare entusiasmo e semplicità»
Prima conferenza stampa da allenatore del Cagliari per Gianluca Festa. Il 46enne monserratino, con un passato da giocatore e poi da tecnico delle giovanili rossoblù, ha il compito di dare una scossa a una squadra tristemente proiettata alla retrocessione in Serie B. L’ex difensore sardo vive la chiamata del patron Giulini come una grande occasione, ma ci tiene a precisare che la sua carriera da allenatore viene in secondo piano rispetto al Cagliari.
DOVEROSO DARE IL MASSIMO- «È una grande soddisfazione allenare la squadra in cui sono cresciuto e ho guidato i ragazzi. Non c’è spazio per la preoccupazione al momento, solo la voglia di far bene. Ho trovato una squadra viva, che ci crede e ha voglia. Ho visto i ragazzi tranquilli, come ho detto loro sono sette partite in cui è doveroso dare il massimo. Ci crediamo tutti. Cosa cambia da Zeman a Festa? Cercherò di riportare entusiasmo e semplicità. Poi l’allenatore dà indicazioni, in campo vanno i ragazzi. Abbiamo provato diversi moduli, deciderò senza stravolgere troppo per far lavorare i ragazzi sulle certezze che hanno».
TUTTI A DISPOSIZIONE- «Sau? Sta molto meglio. Gli effettivi sono tutti a disposizione, vecchi e nuovi. Chi dimostra di crederci giocherà. Non mi interessa il passato, ma le prossime sette gare. Sono un’occasione per dimostrare che riusciamo a lavorare nelle difficoltà: è lì che si vede la fibra. Dobbiamo liberarci delle zavorre come preoccupazioni e timori. Se sei libero mentalmente hai un vantaggio. Non dobbiamo far trovare all’avversario un Cagliari contratto, ma combattivo e convinto. Mi interessano i risultati e lo spirito della squadra, tutto il contorno è solo uno spreco di energie che non possiamo permetterci».
CONTA SOLO IL CAGLIARI- «Non ha importanza neanche Festa, quanto rimarrà o come sarà accolto. Conta solo il Cagliari. Ad accettare ci ho messo pochi secondi. In passato ci ero già andato vicino, l’obiettivo di chiunque è potersi misurare al massimo livello. Modelli? Non ne ho uno in particolare, ho imparato tanto dai miei vecchi allenatori: sono stati un esempio, sperando di prendere il meglio. Il confronto coi tifosi in ritiro non è proprio nei miei pensieri, non ne ho parlato coi ragazzi e non ne parleremo».
FIORENTINA? DOBBIAMO DARE IL MASSIMO- «Contro la Fiorentina ci aspetta una gara difficile, come tutte le partite a questi livelli. È fondamentale l’approccio, loro sono ben organizzati e hanno grandi individualità. Cosa può spaventarci ora come ora? Niente. Guardiamo solo al Cagliari, è una squadra che per tanti motivi ha ottenuto meno di quanto meritato. Dobbiamo finire il campionato senza rimorsi per non averci provato. A volte uno vuol dare il massimo ma non riesce: cerchiamo i motivi per cui non ci si riesce e provvediamo».
OBIETTIVI? CREDIAMO DI POTER ARRIVARE A RIDOSSO DELL’ATALANTA- «I giocatori esperti possono essere un esempio, ma il messaggio è per tutti: le sette partite che restano vanno giocate al massimo. Sappiamo di non poterne vincere sette su sette ma abbiamo il dovere di fare del nostro meglio. Non ho ancora avuto il tempo di lavorare sulle soluzioni tattiche, ma cercheremo di stare corti perché è più facile accorciare. Voglio più collaborazione in campo. Ho visto tutte le partite, come avrei fatto anche se abitassi a Singapore. La squadra è ben allenata, le gambe non andavano forse per una questione mentale. Ribadisco che crediamo di poter arrivare a ridosso dell’Atalanta. Affronteremo ogni avversario preparandoci per fare la nostra partita, studiando e valutando anche chi ci troviamo di fronte. Non parliamo di quello che ha fatto chi c’era prima di me, lasciatemi lavorare su queste sette partite. Il mio obiettivo è domenica prossima, il resto lo lascio ad altri perché sarebbero parole nel vento. Ho tanta voglia di lottare, voglio trasferirla ai ragazzi e sono sicurissimo che daranno il massimo».
CAGLIARI GRANDE OCCASIONE PER ME- «La carriera di un allenatore dipende dai risultati, ma bisogna avere le occasioni: questa per me lo è. Detto ciò, preferisco non parlare di me così come ho sempre fatto anche da giocatore. Voglio essere concreto e concentrarmi solo su quello che mi può servire per la prestazione della domenica. Gianluca Festa viene in secondo piano. Montella era bravo come calciatore e sta dimostrando di essere un ottimo tecnico. Ha una sua filosofia, è tecnico e attento. Le sue squadre si riconoscono, c’è la sua impronta. Nel mio staff c’è anche Marco Cossu che mi darà una mano nello studio delle avversarie. Da cosa si riconoscerà il Cagliari di Festa? Me lo direte voi».
Le dichiarazioni sono state riportate dal nostro inviato Sergio Cadeddu