Cagliari, è un’agonia!

La sconfitta del “Bentegodi” ha il sapore di verdetto. Le già esigue speranze di salvezza si stanno riducendo sempre più ai minimi termini. Solo la matematica tiene a galla il Cagliari e restare in Serie A si fa sempre più complicato. Altro che cinque finali, da qui alla fine del campionato sarà una vera e propria agonia. L’Atalanta con il pareggio di ieri a Cesena firmato, tanto per cambiare, dall’ex rossoblù Pinilla ha chiuso quasi definitivamente i giochi. La vittoria contro la Fiorentina, come si temeva, è stata solo un fuoco di paglia, figlia dell’orgoglio e dalla scossa data dal cambio di allenatore. Ieri sono invece riemersi tutti i limiti tattici, tecnici e psicologici del Cagliari. Difesa impreparata che si è fatta bucare al primo contropiede pericoloso del Chievo. Attacco inconsistente che non ha prodotto neanche un tiro in porta. L’unica occasione veramente pericolosa è arrivata quando la partita era praticamente conclusa. Alle prime difficoltà la squadra si è spenta e al gol di Meggiorini è mancata per l’ennesima volta la reazione. In campo si è visto solo nervosismo, con due rossi (Murru e Cossu) e un giallo molto vicino all’arancione (Conti). Inspiegabile poi l’assenza nell’undici titolare di Farias, migliore in campo al “Franchi”, per far posto ad un Sau lontano parente di quello di inizio stagione. Ma d’altronde non ci si poteva aspettare il grande miracolo da Gianluca Festa, alla sua prima esperienza in Serie A e chiamato per fare il traghettatore da qui al 31 maggio. L’ex tecnico degli Allievi ora ha un unico obiettivo: onorare la maglia e finire con dignità una stagione che pare ormai decisa. I tifosi chiedono solo questo. Si sono ormai rassegnati alla retrocessione e giunti a questo punto è inevitabile. Troppi i punti da recuperare per una squadra che finora ha dimostrato di crederci solo con le parole e non con i fatti. «Chiuderemo il campionato senza rimpianti» aveva detto Festa, ma resta già oggi l’amaro in bocca per quello che si è visto in alcune partite di questa stagione. Ultima proprio quella di Firenze che aveva illuso per tre giorni, facendo sperare in una rimonta impossibile. Invece ha solo allungato l’agonia.