Il primo anno della gestione Giulini non poteva finire in modo peggiore. Dopo undici stagioni il Cagliari saluta la Serie A con due giornate d’anticipo. Tanti gli errori commessi dalla nuova dirigenza, dagli allenatori e dai giocatori. Un campionato sfortunato che porta con sé tanti, tantissimi rimpianti. Perché la maggior parte delle partite erano un continuo déjà vu. Porta stregata, avversari che segnano alla prima occasione e gare della svolta rovinate sul finale.
Cosa sarebbe successo se in Cagliari-Atalanta i rossoblù avessero concretizzato almeno due delle venti occasioni da gol create. Se a Verona contro l’Hellas Ibarbo avesse segnato almeno una delle occasioni capitate tra i suoi piedi, prima che Tachtisidis mettesse dentro a pochi minuti dalla fine il gol dell’1-0. Se in casa contro la Sampdoria, al temine della rimonta non avessero annullato a Longo quella rete all’ultimo minuto per un fallo dubbio di Benedetti. E ancora al Sant’Elia contro il Milan, con quel maledetto cross sbagliato di Bonaventura che si è trasformato in un tiro imprendibile, il palo di Conti e l’incredibile errore di Farias all’ultimo minuto hanno poi negato i tre punti. Una delle partite che ha segnato la stagione è stata sicuramente Cagliari-Genoa. La squadra di Zeman in vantaggio per 1-0 ha pareggiato da sola la partita con un autogol di Rossettini. Poi Avelar sbaglia il possibile rigore del 2-1 e Longo si divora un gol ancora più grosso sulla respinta di Perin. Come se non bastasse si infortuna pure Sau, ristabilendo la parità numerica e cambiando in modo negativo il campionato del Cagliari. Ha pesato tantissimo infatti l’assenza del bomber di Tonara che da quella gara non si è più ripreso. Contro la Fiorentina finisce 0-4, ma sono almeno dieci le palle gol create e fallite, compresa una a porta sguarnita con Farias che spara addosso al difensore sulla linea. Ancora il brasiliano protagonista in negativo a Parma: come sarebbe proseguito il campionato se Farias avesse segnato quel gol (ancora) a porta vuota? Probabilmente Giulini non avrebbe esonerato Zeman, non interrompendo il progetto proclamato a luglio. E se al posto del boemo a gennaio fosse arrivato un allenatore più esperto di Zola? Pensandoci poi Magic Box probabilmente non sarebbe stato nemmeno esonerato a sua volta senza quella rovesciata di Pinilla all’ultimo minuto. Un gol allo scadere che ha svoltato in negativo la stagione, come quello di Vecino in casa contro l’Empoli al ritorno di Zeman. Contro i toscani sono arrivate traverse, pali e occasioni che meritavano di vedere lo stesso risultato della partita d’andata, invece è arrivata puntuale la punizione dell’ex. Il sabato successivo a San Siro contro il Milan la traversa di Joao Pedro ha negato il 2-2, mentre l’arbitro si è inventato un rigore per i rossoneri su un fallo di Ceppitelli fuori area un minuto dopo. Stregata la porta del Genoa a Marassi, con tre pali colpiti in venti minuti da Rossettini, Ceppitelli e M’Poku. Dopo le dimissioni del boemo, arriva Gianluca Festa che riaccende le speranze a Firenze. Ma tre giorni dopo contro il Chievo giunge la mazzata decisiva. Anche a Verona ci sarebbe da recriminare per un fuorigioco inesistente di Cop che solo davanti al portiere ha segnato a gioco fermo. I rimpianti proseguono sino alle ultime gare, con il clamoroso gol sbagliato da Sau allo Juventus Stadium in pieno recupero. E infine contro il Palermo, la gara che ha matematicamente certificato la Serie B. Un gol regalato da un errore di Rossettini e il solito Sorrentino che contro il Cagliari si è ritrovato a fare il fenomeno. Ancora gol falliti da Farias, M’Poku e Cop. E l’Atalanta festeggia la salvezza nonostante la sconfitta per 1-4 contro il Genoa. Altro rimpianto perché in caso di vittoria i rossoblù avrebbero posticipato il verdetto. Invece è già ufficialmente Serie B.
Cosa sarebbe successo se almeno una di queste gare fosse andata come sarebbe dovuta andare? Ci sono stagioni dove ti va tutto bene, altre dove la fortuna gira e altre ancora dove va tutto male. Questa è la stagione dei rimpianti. È vero, con i se e con i ma non si fa la storia. Ma il conto con la sorte quest’anno è davvero troppo salato.