2015
Bruno Conti: «Che orgoglio quando Daniele segnò all’Olimpico e mostrò la maglia del Cagliari»
In questi giorni il tema dominante in casa rossoblù è l’addio di Daniele Conti dopo sedici anni e innumerevoli traguardi. Il capitano ha tanto appeal da mettere quasi in secondo piano il risultato sportivo, drammatico, di questa stagione travagliata.
Per l’ultima partita del campionato sugli spalti del Sant’Elia c’era anche Bruno Conti, che ha voluto stare vicino al figlio una volta di più. L’ex numero sette giallorosso e campione del mondo è intervenuto questo pomeriggio a Radiolina nel corso della trasmissione “Il Cagliari in diretta“. Tanti i temi toccati, dalle offerte ricevute in passato fino a quell’esultanza all’Olimpico con la maglia rossoblù bene in vista: «Ho avuto la fortuna di poter crescere i miei figli nel segno del rispetto e dell’educazione, grazie anche a mia moglie. Quella dei Conti è una famiglia unita, fino a tutti i nipotini: ne sono orgogliosissimo. Daniele quando finisce gli allenamenti va a stare con la famiglia, e questo dà la serenità fondamentale. In passato mi sono arrivate tante telefonate di gente che lo voleva, dalla Germania il mio amico Voeller , ma anche dall’Italia lo cercò ad esempio il Palermo. Il presidente Cellino ha mandato a quel paese tanti, voleva tenere Daniele a tutti i costi. Con l’ex presidente mio figlio ha avuto anche qualche screzio, ma sempre a fin di bene per il Cagliari. Sono orgoglioso di quello che ho visto in questi giorni a Cagliari, dell’affetto e dei messaggi ricevuti anche da chi magari ha incrociato Daniele per una sola stagione. Quando doveva rinnovare il contratto, Spalletti mi chiese di riportare Daniele a Roma, ma mio figlio disse di ringraziare e rifiutare perché stava benissimo a Cagliari. Si è legato alla Sardegna appassionandosi alla causa rossoblù, è uno che sente le partite in modo intenso. A Roma lo odiano, ma io sono orgoglioso di mio figlio. Dà il massimo sempre, e come genitore io non posso che apprezzarlo. Quando ha segnato all’Olimpico e mostrato la maglia col nome Conti mi ha reso ancora più orgoglioso, si è meritato il rispetto sul campo. In quella occasione io ho nascosto le mie emozioni ma mi ha dato una grande dimostrazione di essere un professionista esemplare. Non guardava in faccia nessuno, anche se aveva il padre di fronte. Chi non esulta dopo i gol non mi piace, non esprime l’attaccamento alla causa della propria squadra. La vita ha dato tanto a Daniele, ora vive un momento malinconico ma io sono convinto che abbia ancora voglia di divertirsi. E’ una delusione grossa vedere la squadra in B dopo undici anni».