2015
ESCLUSIVA Burrai: «Tornare a Cagliari? Solo a pensarci ho i brividi. Zeman? Fondamentale per la mia carriera»
Aveva 18 anni Salvatore Burrai quando ha fatto le valigie per andare ad inseguire un sogno. Quello stesso sogno che non è potuto continuare a Cagliari, la squadra che lo ha cresciuto, e ha dovuto abbandonare la sua terra per continuare ad essere un calciatore. Ieri il centrocampista classe ’87 si è svincolato ufficialmente dalla Juve Stabia e il suo nome torna nuovamente sul mercato. Lo abbiamo intervistato per capire quanto ancora è legato ai colori rossoblù ma non solo: dall’amarezza della retrocessione fino a Zeman, che lui conosce molto bene, passando per l’amico Sau e alle insidie della Serie B.
RETROCESSIONE – «Ho vissuto male la retrocessione del Cagliari. Quando si giocava in contemporanea e finiva la partita, guardavo subito il risultato dei rossoblù. Purtroppo non c’erano quasi mai buone notizie ed era un dispiacere continuo. Le colpe di questa retrocessione vanno divise equamente. Non può essere soltanto colpa di Zeman o di Zola. E’ stata un’annata sfortunata, perché in molte partite il Cagliari ha meritato di vincere e invece non è riuscito a portare a casa il risultato. Vivendo fuori è difficile capire le dinamiche che hanno portato a questo triste epilogo. Credo che passare da Zeman a Zola in un periodo importante della stagione possa aver creato qualche difficoltà in più. Se una squadra sceglie prende Zeman ad inizio campionato deve chiudere la stagione con lui in panchina. Ha le sue teorie, le sue idee e ci vuole del tempo per assimilare tutto, anche perché non è detto che questo avvenga immediatamente».
IL BOEMO – «Chi non conosce Zeman può reputarlo burbero e severo. Mentre conoscendolo capisci che si tratta di una bravissima persona ed è un profondo conoscitore di calcio. A me ha insegnato tanto: prima di conoscerlo ho sempre giocato davanti alla difesa, lui mi ha spostato mezzala e mi ha insegnato tanto in quel ruolo. Parla pochissimo ma quando lo fa riesce a colpirti e si fa capire. Ama lavorare coi giovani ed uno che se vede l’impegno durante la settimana ti premia facendoti giocare. Chiaramente se lui ha un preferito lo fa giocare anche se ha una gamba sola. Disse che mi vedeva più come tifoso che giocatore del Cagliari? Ovviamente era una battuta simpatica, non do peso a queste cose. Capisco benissimo le dinamiche di mercato e che un allenatore deve fare le proprie scelte per il bene della squadra. Sono battute che ci stanno, lo ha fatto sicuramente in buona fede».
QUEL SOGNO CHIAMATO CAGLIARI – «Quando sono andato via da Cagliari forse ero nel mio miglior periodo. Dopo Foggia sono andato a Latina e credo di aver fatto i due anni migliori della mia carriera. Chiaramente vestire nuovamente quella maglia, adesso avrebbe un significato speciale per tanti motivi. In primo luogo per provare a riportare il Cagliari in Serie A, così come fece un altro sardo – Zola ndr – che riuscì a riportarlo nella massima categoria. Sarebbe motivo di orgoglio. Solo al pensiero di poter ritornare ad allenare ad Assemini mi fa venire i brividi, perché comunque ti senti a casa. Sarebbe tutto molto più facile, anche perché sono 10 anni che sto in giro per l’Italia. Sono andato via a 18 anni e ora ne ho 28. Lo scorso anno sono riuscito ad arrivare ai play-off col Modena. Vivere una sensazione del genere a Cagliari o lottare per i primi due posti, per me è come se stessi lottando per lo scudetto in Serie A. Potrebbe essere la chance della vita e un’esperienza indimenticabile. Tuttavia conosco il mondo del calcio. Un modo che spesso ha poca riconoscenza. Staremo a vedere».
SAU, LA SERIE B E IL FUTURO– «Sau? Lui è un giocatore da Serie A, non ci sono dubbi. Siamo ancora in contatto. In Serie B ha fatto 24 gol con la Juve Stabia e col Cagliari potrebbe ripetersi ed essere il trascinatore, senza dubbio. La Serie B è un campionato molto difficile, lungo e dove c’è tanta corsa. Molto diverso dalla Serie A. E’ un campionato infinito. Ci sono settimane dove giochi ogni due giorni e devi avere tante energie sia fisiche che mentali per poter mantenere il ritmo. La classifica cambia molto velocemente: basta perdere due partite per ritrovarti nel calderone, poi ne vinci due e sei in zona play-off. Avere continuità è fondamentale per poter lottare ai vertici. Bisogna stare coi piedi per terra perché non è facile risalire subito. Se leggiamo i nomi che ha in rosa il Cagliari, potrebbe essere tra le favorite. Ma non è detto. Anche il Catania era la favorita lo scorso anno, eppure abbiamo visto come è andata a finire. E’ un campionato imprevedibile. Il mio futuro? Non so nulla per il momento. Ieri mi son liberato ufficialmente dalla Juve Stabia, quindi il calciomercato comincia oggi. Ora penso a ricaricare le energie e mi preparo per una nuova avventura».
Ringraziamo Salvatore Burrai per la sua disponibilità.