Cagliari, un 4-0 per dare un segnale al campionato

Il segnale è arrivato. Le altre squadre sono avvisate. Tutte hanno provato a mettere sotto pressione il Cagliari, che invece ha solo confermato le aspettative. È la squadra da battere. Le avversarie avevano indicato i rossoblù come i favoriti alla promozione. La risposta è stata un sonoro 4-0. Il Cagliari non si nasconde, anzi. Manda segnali alle dirette concorrenti. Il Crotone, vittima sacrificale, cede alla goleada dei ragazzi di mister Rastelli. Spietati e cinici, come dev’essere una grande squadra intenzionata a dominare il campionato. Il pallino del gioco è sempre tra i piedi di Di Gennaro, il tridente regala spettacolo e gol, la difesa contiene senza soffrire gli attacchi avversari, in un match mai messo in discussione.

Il Cagliari ha dato un segnale importante. Soprattutto perché mancavano otto giocatori di cui tre titolari (Krajnc, Murru e Melchiorri) e nessuno se n’è accorto. Dopo qualche difficoltà iniziale Farias ha sbloccato il match nel primo tempo sfruttando il primo errore della retroguardia calabrese. Nel risultato largo e rotondo, ha certamente influito l’espulsione di Salzano ad inizio secondo tempo. Fino a quel momento il gioco non era stato fluido e veloce. Poi con la superiorità numerica, i rossoblù hanno dilagato: prima con Deiola, vera sorpresa di questo inizio stagione, poi con gli attaccanti Sau e Giannetti.

Sfruttare l’uomo in più. Anche questo è stato un segnale di forza e superiorità. Mai concedere qualcosa a questo Cagliari. Un Cagliari che se prima faceva paura per come si era mosso sul mercato, ora lo conferma sul campo. Dopo appena una giornata si ritrova già in cima alla classifica, a pari punti con il Livorno che ha battuto il Pescara con il medesimo risultato. Ma guai a crogiolarsi per una vittoria, anche se larga, all’esordio. La B è un campionato lungo e complicato, pieno di insidie. Chi ben comincia è a metà dell’opera, ma al Cagliari mancano ancora 41 partite per centrare il proprio obiettivo. Il cammino è appena iniziato, nel migliore dei modi. Per l’autostima di sé stessi e per intimorire gli avversari. Una partita non basta a dire chi sei, ma può servire per dare un segnale alle dirette concorrenti. E il Cagliari meglio di così non poteva fare.