2013
Anteprima, Nainggolan: «Diventare un calciatore è stato complicato, ringrazio i miei genitori»
Radja Nainggolan in questi giorni è in Indonesia, sia per visitare il luogo natale del padre, sia per beneficenza. Nella giornata di ieri è stato ospite in una tv locale, dove ha risposto alle domande del presentatore riguardanti la sua vita.
Ecco le dichiarazioni del centrocampista, tradotte da Cagliari News 24:
Il numero 4 rossoblù si presenta così: “Per me questa è la prima volta in Indonesia, sono stato bene e ho incontrato persone brave e simpatiche.” Nonostante le origini, Nainggolan non parla una parola d’indonesiano, tantoché l’intera intervista è fatta in inglese.
Se non fossi un calciatore professionista, cosa saresti diventato?
“Domanda difficile, mi sono sempre concentrato sul giocare a calcio e temo che non sarei bravo in nient’altro (ride, ndr). Ho cominciato a tirare i primi calci al pallone a cinque anni, a dieci già facevo parte di squadre giovanili in Belgio e da lì in poi è andato tutto di conseguenza. Mio papà se n’è andato quando ero molto giovane, una delle poche cose di cui posso ringraziarlo è avermi insegnato a giocare a calcio al parco.”
Se potessi cancellare qualcosa del tuo passato, cosa sarebbe?
“Credo che non cancellerei niente, ogni passaggio è andato bene. Se potessi cambiare qualcosa riguarderebbe il fatto che mio padre è andato via presto, e mia madre ha avuto tanti problemi, solo questo. Mia madre ha fatto davvero tanto per me, e mi ha aiutato ad inseguire il mio sogno di diventare un calciatore, mi ha insegnato a crederci. Lei non c’è più, io posso solo ringraziarla ora che il mio sogno si è realizzato.”
C’è una cosa che vorresti fare assolutamente prima di morire?
“Essere un buon padre, una brava persona. Realizzare i sogni dei miei figli ed essere felice.”
Tre cose delle quali non potresti fare a meno?
“In questo momento: calcio, Play Station e Twitter.”
Tre cose che odi?
“Domanda difficile, non saprei. Sono una persona positiva, che ricerca le cose che ama. Potrei dire la guerra e cose simili, perché non hanno senso.”
Domande veloci: Belgio o Italia?
“Italia”
Italia o Indonesia?
“Al momento Italia, l’Indonesia chissà…”
Mamma o papà?
“Mamma.”
Mamma o moglie?
“Mamma. Perché se sono l’uomo che sono ora, lo devo a lei.”
Se lei stesse ascoltando questa conversazione, cosa le diresti?
“(Sorride e si commuove, ndr) Le direi che le voglio bene. Il nostro passato come famiglia non è stato facile, se ora va tutto bene lo devo a lei. Di lei ricordo ogni parola, tutto.”
Carriera o famiglia?
“La famiglia. Potrei dire carriera per i soldi e tutto il resto, ma prima di diventare un calciatore non avevo niente. Così scelgo la famiglia…”
Claudia o Ayshia?
“Le amo entrambe, ma devo dire Claudia. Perché a 18 anni i bimbi vanno fuori casa e la vita continua con la moglie.”
Quanto è stata dura la tua vita?
“Diventare un calciatore è stato difficile. Non hai tempo per la famiglia, né per gli amici. è normale, è il calcio. Dicono che diventare un calciatore sia facile, ma non è così… Quando se n’è andato mio padre è stato ancora più dura, perché è ricaduto tutto su mia madre e c’erano tante cose da pagare.”
Tua madre ha visto il realizzarsi dei tuoi sogni?
“Mia madre mi ha lasciato quando giocavo nel Cagliari. Ha saputo che sono diventato un calciatore, ma non ha visto quanto è diventata importante la mia carriera. Prima di andarsene mi ha detto di prendermi cura di mia sorella e della mia famiglia.”
Puoi descriverti in una parola?
“Mi piacerebbe fare il presidente (ride, ndr). In una parola è difficile descriversi, forse “magnifico” (ride di nuovo, ndr)”
Il giocatore più difficile che hai affrontato?
“Clarence Seedorf”
Qual è la tua squadra preferita?
“Barcellona”
Quanti tatuaggi hai?
“Ne ho molti, ma ho perso il conto.”
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