2013
San Paolo come Sant’Elia: De Laurentiis, ultimatum al sindaco di Napoli
Il Sant’Elia come il San Paolo, o meglio, il San Paolo come il Sant’Elia. La questione relativa allo stadio accomuna il Cagliari e gli acerrimi rivali del Napoli. Mentre a Cagliari, nonostante i buoni propositi, prosegue il braccio di ferro tra società e amministrazione comunale, a Napoli la questione stadio esplode in tutto il suo fragore. Dal ritiro degli azzurri a Dimaro, il presidente De Laurentiis lancia un ultimatum al sindaco De Magistris: «gli ho dato tempo fino al 31 luglio, se non vuole vendermi lo stadio San Paolo andrò a costruirlo a Caserta dove sono già pronti 60 ettari di terreno».
Una situazione che rispecchia quella vissuta dalla società rossoblù e dal presidente Cellino, con l’impossibilità di trovare un accordo per la cessione del diritto di superficie su cui sorge lo stadio, la decisione di costruire un nuovo impianto altrove, prima a Elmas, poi a Quartu, e infine le relative vicende giudiziarie che hanno portato alla situazione attuale. E come l’amico Cellino, anche De Laurentiis non risparmia stilettate al veleno al suo primo cittadino: «Il sindaco fa il sindaco e quindi è ignorante in materia di sport. La prossima legge dirà che il Comune dovrà cedere a una cifra simbolica, forse un euro, l’impianto al club se si occuperà della ristrutturazione dell’impianto. Io non devo parlare con l’assessore allo sport, ma con il sindaco. Il sindaco si informasse, così può leggere le leggi. Il sindaco è molto antico, non mi ha voluto far togliere la pista d’atletica leggera. Io sono proteso verso il futuro».
E prosegue: «Gli ho dato tempo fino al 31 luglio per darmi una risposta sull’acquisto del San Paolo. Io ho già il terreno pronto a Caserta, sono pronti 60 ettari. Sarà servita bene dal punto di vista dei trasporti. Sarà un tempio del calcio. Non voglio soldi dal sindaco e dalla città. Il sindaco non ha un sufficiente peso politico per governare la città al 100%».
Il presidente partenopeo lascia comunque aperta la porta al dialogo con l’amministrazione del capoluogo campano «Vorrei fare un incontro serenissimo con il consiglio comunale. Facciamo un dibattito per la città, non per gli interessi personali. Se lavoriamo bene tuteliamo anche gli interessi personali».
Chissà se l’esplosione della vicenda stadio in una piazza come Napoli, il cui peso mediatico e politico è decisamente maggiore rispetto a quello di Cagliari, possa finalmente portare all’attenzione nazionale il problema della necessità di una legge sugli stadi che consenta alle società di poter realizzare delle strutture di proprietà sulle ceneri di vecchi e obsoleti impianti non più funzionali alle esigenze del calcio attuale.