2013

A scuola d’umiltà…

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Non ci siamo.
Si potrebbero trovare tante e svariate scuse per la partita di ieri.
Ci si potrebbe attaccare ad una questione di stanchezza, 3 partite in 7 giorni vanno giocate, ma non quando parliamo di professionisti che giocano a calcio come loro unico impiego.
Si potrebbe dar la colpa alle assenze dovute agli infortuni: Pisano non ancora recuperato del tutto, Ekdal la cui assenza pesa e non poco, Perico, ma la verità è che non ci sono scuse plausibili di fronte a prestazioni scadenti come quella di ieri.
Giocatori fuori ruolo o che vagano alla ricerca di qualcosa da fare, squadra mai scesa in campo con lo spirito vincente, senza mordente, senza carattere, priva di anche solo una briciola di grinta.

Andrea Cossu è l’ombra di se stesso, Ibarbo sembra un ufo caduto per sbaglio sulla terra, Pinilla svogliato, stanco, si trascina da una parte all’altra del campo senza mai e dico mai rendersi neanche vagamente pericoloso.
L’allenatore intanto, in panchina, mani in tasca e sguardo chino, guarda, valuta e agisce, agisce sostituendo l’unico uomo che fino a quel momento stava, se non altro, dando cenni di vita: Ibraimi.
Murru gioca di “inesperienza” e si fa espellere come un bimbo alle prime armi.
Ibarbo seguita a passeggiare, la difesa barcolla e crolla.

Sul primo gol Agazzi sfoggia le peggiori nozioni pallavolistiche, sul secondo e sul terzo, Astori e Rossettini restano impietriti a guardare, neanche avessero Lionel Messi davanti, mentre il Bologna fa un po’ ciò che vuole. 

No, proprio non ci siamo.
Il Cagliari è tornato a casa, in mezzo alla sua gente e il popolo rossoblù, come al solito, non delude le attese.
La Nord canta e incita la squadra per 90 minuti, gli ultrà scelgono questo come impegno delle proprie domeniche calcistiche, ma sono gli unici ieri, ad esser stati ligi al proprio dovere, perché i giocatori invece, per 90 minuti passeggiano, si fanno ridicolizzare da una squadra che non me ne voglia nessuno, sembrava la corazzata Potionkin, arrivata a Cagliari per subire l’ennesima sconfitta e ripartita con in tasca i 3 punti ottenuti con una vittoria schiacciante.

Si perché il Bologna, si accorge subito che il Cagliari non c’è, è assente, mal posizionato in campo, le punte disinnescate, la difesa penetrabile da tutte le parti e allora ecco che il Bologna sale in cattedra e dà al Cagliari una lezione di umiltà e orgoglio.

Contro la Lazio i giocatori hanno chiesto ai tifosi di non fare tragedie, dopo questa partita invece, siamo noi a chiedervi di non mandare in scena commedie come quella di ieri, perché si sa il pallone è pur sempre rotondo e una partita storta ci può stare, ma è vostro dovere metterci sempre il massimo, cosi come i tifosi che incessantemente cantano per 90 minuti, voi per 90 minuti dovete dare tutto e anche di più.
Il calcio è un gioco e come tale bisogna dare se si vuole avere.
Consiglio utile per i giocatori : alzate lo sguardo ogni tanto e guardate verso la Nord, poi la partita la si potrà anche perdere, ma se non altro, avrete un esempio di cosa significa metterci tutto l’impegno possibile per 90 minuti.

 

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