2014

“Ah, da quando Zola non gioca più…”

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“Ah, da quando Zola non gioca più… Non è più domenica!” Forse suonerebbe così il ritornello di “Marmellata#25 se Cesare Cremonini fosse sardo e tifasse Cagliari. Il talento di Oliena compie oggi 48 anni, ma sembra ieri quando dava spettacolo in campo con la maglia numero dieci rossoblù e la fascia di capitano al braccio. Invece sono passati 9 anni da quel 29 maggio 2005, il giorno dell’ultima partita di Gianfranco Zola, contro la Juventus. 20 anni di carriera onorati non solo dalle sue strepitose giocate, ma anche da un atteggiamento sempre consono al suo personaggio, mai una sbavatura, mai una protesta, anni luce lontano dai bad boys presenti oggi in Nazionale e nel campionato italiano. Iniziò alla Nuorese, nella squadra dietro casa sua, per arrivare in Inghilterra, passando per Napoli e Parma, e chiudere la carriera circolare nella sua terra, al Cagliari. Al Napoli imparò a calciare come Maradona, a Parma la definitiva consacrazione, con tanto di convocazione al Mondiale americano del 1994, uno dei più grandi rimpianti di Zola. Quell’espulsione contro la Nigeria non l’hanno ancora digerita i tifosi, figuriamoci lui, uno sempre attento agli interventi e che nei suoi due anni in Sardegna non prese un cartellino giallo manco per sbaglio. Al Parma faticò però a trovare posto, dopo essere stato protagonista nel trionfo in Coppa Uefa, a causa del 4-4-2 di Ancelotti che schierò Zola esterno a centrocampo. Dopo 49 gol in 102 partite, Gianfranco Zola sbarcò oltremanica nel 1996 per vestire la maglia più importante della sua carriera: quella del Chelsea. Grazie al suo atteggiamento in campo si fece apprezzare non solo dai tifosi di Stamford Bridge, ma da tutti gli amanti di calcio inglese che lo ricordano tutti oggi come uno dei dieci giocatori stranieri più forti ad aver militato in Premier League. Il Chelsea di fine anni ’90 era lontano da quello attuale, caratterizzato dai soldi di Abramovic, tuttavia Zola, diventato nel frattempo The Magic Box, riuscì a vincere la Coppa di Lega, la Supercoppa Uefa e la Coppa delle Coppe, in cui si rese protagonista con un gol in finale allo Stoccarda dopo 20 secondi dal suo ingresso in campo. Le punizioni, gli assist e i gol in sette stagioni hanno fatto sì che Zola fosse eletto nel 2003 il miglior giocatore nella storia del Chelsea e dal suo addio a Londra nessuno ha più indossato la gloriosa maglia numero 25. Anche la regina Elisabetta riconobbe il suo grande valore e lo nominò Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico. Ma un giocatore come Zola, sardo cosmopolita legato tuttavia alla sua terra, non poteva non concludere la sua carriera in Sardegna, nella sua Sardegna, che tutt’oggi lo riconosce senz’ombra di dubbio come il più grande talento che l’isola abbia mai visto. Se oggi il Cagliari è in Serie A, il merito è anche suo: nel 2003 Magic Box vestì la numero 10 rossoblù per riportare la sua squadra nella massima serie del calcio italiano. Il finale lo conosciamo tutti, tanti gol e assist, seguiti da una stagione in A giocata se possibile ancora meglio, che permise al Cagliari di ottenere la salvezza. A detta di alcuni, Zola avrebbe potuto continuare ancora per un altro anno, ma il fantasista non trovò mai l’accordo con Cellino, decretando così il suo ritiro dal calcio. Da allora non è più domenica, non per i tifosi del Cagliari che aspettano da allora un numero 10 capace di spezzare le partite, capace di mandare in rete i compagni, capace di trascinare la squadra e segnare gol come quello alla Juventus. Il suo metro e settanta scarso contro giganti del calibro di Zebina, Thuram e Buffon, Davide contro Golia. E anche qui non c’è bisogno che vi dica com’è finita…

Tanti auguri The Magic Box!

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