2013

AIC, Tommasi: «La situazione stadio è paradossale. Sciopero? Non so se sia la scelta migliore»

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Dopo le parole di Conti, che per la questione stadio ha minacciato lo sciopero, si fa sentire anche Damiano Tommasi, il presidente dell’Assocalciatori: «La situazione è paradossale, perché il Cagliari a inizio stagione ha indicato proprio Trieste come stadio, in attesa di tornare a Cagliari» si legge sulle pagine dell’Unione Sarda di oggi «Una vicenda assurda, che va avanti da due anni e che crea grossi problemi ai giocatori costretti a giocare sempre in trasferta». Durante questa stagione, l’AIC non si è fatta sentire, come ha ricordato il capitano, ma nell’anno passato: «L’AIC era in contatto con Agazzi, il rappresentante del sindacato al Cagliari. A un certo punto pareva che si fosse trovata una soluzione, si erano giocate diverse partita a Is Arenas. Poi è successo quel che è successo, con una vicenda che ha colpito anche il presidente Cellino». Riguardo lo sciopero, l’ex centrocampista della Roma e della Nazionale non è pienamente convinto: «Un gesto forte. Conti ha alzato la voce, usando un termine che, quanto meno, ha portato la vicenda sulle prime pagine dei giornali. Del resto, quello dello sciopero è una delle armi a disposizione del lavoratore. Anche se c’è da capire cosa si può ottenere scioperando. Ma, soprattutto, non è facile capire di chi siano le responsabilità in questa vicenda» e in caso di sciopero: «L’AIC si muoverebbe per capire. La tensione porta a queste reazione, ma un giocatore deve giocare dove è deputato giocare.» Infine Tommasi prova a dare una spiegazione a questa incredibile vicenda: «Una vicenda strana, che riguarda una società professionistica di serie A, non il campionato amatoriale. E parliamo del Cagliari, una società che un legame particolare e unico col territorio. Dovrebbe esserci l’interesse comune di tutti a risolvere il problema, invece, mi sorprende che siano nati contenziosi con le istituzioni. Il fattore casalingo è sempre valido. Ma il probelma della regolarità andrebbe affrontato con chi ha permesso che una squadra possa giocare in una città diversa da quella di appartenenza. Il Cagliari ha accettato di giocare a Trieste, ritenendo che lì fosse possibile far sentire il fattore casalingo. Così come il Sassuolo, che da anni gioca in una sede diversa dalla propria. Ma con una differenza: il Sassuolo, comunque, gioca a Modena o a Reggio Emilia. Dove ci sono anche altre squadre tra A e B. Mentre è incredibile che resti senza uno stadio il Cagliari, la squadra che rappresenta la Sardegna»

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