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Alla ricerca del Cagliari perduto
Crisi profonda in casa Cagliari: per i rossoblù e il loro allenatore è arrivato il momento di fare punti. Non si può più sbagliare
È un Cagliari inaspettato quello che abbiamo visto in questo girone di andata che volge al termine. Il progetto del tecnico Eusebio Di Francesco di ricostruire dalle fondamenta la squadra, dandole una certa identità, non ha dato i frutti desiderati, forse non è mai decollato nel vero senso della parola. I rossoblù non vincono da 10 partite e in queste ultime dieci sfide hanno ottenuto solo quattro pareggi con Spezia, Udinese, Verona e Parma. Tante, troppe le sconfitte. Quello di domenica al Franchi è stato il quarto ko consecutivo e la classifica non può che rispecchiare un andamento discontinuo. La squadra c’è, i giocatori sono validi ma il gioco si vede solo a momenti: si alternano belle giocate a occasioni sprecate, minuti in cui la partita sembra spegnersi per i sardi e altri, soprattutto quando si tratta di rimontare, in cui la voglia di lottare regna sovrana. Cosa è successo al Cagliari?
CONFUSIONE – Le partite contro Benevento e Fiorentina sono state il riflesso di una confusione dilagante. Il mister, durante i 90 minuti di gioco si è trovato più volte a cambiare modulo e i giocatori, in campo, si sono mostrati disorientati. In queso girone di andata sono state tanti i tentativi fatti da Di Francesco per far rendere al meglio i suoi uomini. Ha abbandonato il suo marchio di fabbrica, il 4-3-3, per esaltare maggiormente le caratteristiche e la duttilità dei suoi uomini, Joao Pedro in primis, troppo sacrificato e lontano dalla porta avversaria. Dopo il primo pareggio con il Sassuolo e la sconfitta contro la Lazio, il tecnico ha proposto un 4-2-3-1 che ha dato i suoi frutti e ha permesso alla squadra di portare a casa risultati importanti e prestazioni positive. Qualcosa si è poi inceppato e il Cagliari intero si è bloccato entrando piano piano in un tunnel e la luce sembra essere lontana. Si è passati poi, quasi con disperazione, come se ci si dovesse aggrappare a qualcosa prima di finire nel baratro, al 4-3-2-1 ma tutto è stato praticamente inutile.
LE RAGIONI – Quella personalità, quell’identità tanto declamata, forse, non è mai stata ritrovata totalmente. La squadra si è persa in automatismi e individualismi difficili da spiegare. I giovani che Di Francesco ha tanto voluto alla sua corte sono calati vistosamente, si portano sulle spalle il peso dell’inesperienza che, inevitabilmente, li fa guardare alla classifica con amarezza pensando a quello che avrebbero potuto fare o se la loro scelta è stata quella giusta per iniziare davvero la loro carriera. Questo, però, è anche un problema di alcuni “vecchi” che sembrano aver mollato la presa. Rimangono tre giocatori punti di riferimento che da soli, tuttavia, non possono fare tutto. Uno è ovviamente Alessio Cragno che tiene botta e cerca di riparare le disattenzioni e gli errori di una difesa traballante, timida, incapace di imporsi all’avversario. Lui, il re delle parate, si trova il più delle volte a dover gridare al miracolo ma a questo si deve trovare una soluzione. Il faro del Cagliari è anche Joao Pedro. Quel rigore sbagliato domenica e quella prestazione negativa non possono cancellare quello che il numero 10 ha fatto per il gruppo. Il bomber brasiliano è ormai diventato l’unico in grado di sbloccare le partite e l’intero reparto offensivo è dipendente dai suoi colpi e dai suoi gol. C’è poi Radja Nainggolan. Dopo una lunga telenovela è tornato a casa, ha indossato nuovamente la sua maglia numero 4. La sua presenza in campo è più che evidente. Il suo essere trascinatore ha riportato alla squadra un po’ di spirito e di vitalità ma, anche lui, non può essere l’unico salvatore.
SQUADRA – È chiaro che servano dei rinforzi in difesa e a centrocampo ma, per essere squadra tutti devono dare tutto. Mister Di Francesco, come gli stessi giocatori, ha bisogno di certezze e di quell’equilibrio di cui si sente parlare da inizio stagione. Per trovarlo è necessario che tutti rispondano alla chiamata. Il girone di andata sta volgendo al termine, è ora di fare punti.
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