2013
Alla ricerca del gioco perduto
Diciamolo subito: il Cagliari deve ritrovare un bel gioco che manca ormai da qualche tempo. La vittoria gentilmente offerta da Conti contro il Torino ed il grintoso pareggio dell’Olimpico sono stati un toccasana per la classifica ed il morale, ma la partita di oggi contro il Sassuolo ha evidenziato quanto ai rossoblù manchi il gioco in scioltezza, quella facilità di manovra che al momento latita anche nelle fasi migliori.
Contro i neroverdi è venuto a mancare dopo pochi minuti Ibarbo, ma sarebbe impensabile dipendere in modo totale da un ragazzo giovane e ancora in maturazione. Si è sbagliato l’approccio alla gara, l’intensità del Sassuolo nel primo tempo ha azzerato il palleggio dei cagliaritani: in troppi sceglievano di rifugiarsi nel passaggino all’indietro, e dopo i primi errori è subentrato un senso di frustrazione che portava a commetterne sempre di più.
La reazione nel secondo tempo c’è stata, caratteriale e vigorosa ma del tutto indipendente dal bel gioco che ancora una volta è rimasto il grande assente. Oltretutto l’assalto rossoblù è stato anche agevolato dallo sviluppo tattico quando Di Francesco ha arretrato il baricentro dei suoi passando ad un 5-4-1 e rinunciando a Berardi (forte ma ancora giovane e portato a volte a cercare la giocata meno conveniente per la squadra).
Pur considerata l’assenza di Ekdal, sinistramente sovrapponibile al lungo blackout della manovra rossoblù, bisogna cercare nuovi spunti di manovra che possano riaccendere la vena di Sau, liberare Conti dall’obbligo della verticalizzazione come unica fonte di gioco, e soprattutto ritrovare il divertimento nel giocare la palla.
Ben venga la reazione vista oggi nella ripresa, in altre occasioni partite come questa si perdono ed aprono solchi profondi, ora bisogna uscirne a testa alta e palla al piede.